Niente scherzi sulla legge di stabilità. Parola di Pierluigi Bersani. Il provvedimento legislativo, varato il 9 ottobre scorso dal governo tra molte polemiche,potrebbe essere rimodulato come ha spiegato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli e proprio su questa apertura sembra infilarsi il segretario del Pd. “Serve una riflessione vera, perché non possiamo scherzare. Ho già detto al governo: visto che non ci siamo parlati prima, dovremo parlarci dopo, perché bisogna fare almeno una cosa che aiuti la domanda interna e non la deprima” dice alla Confcommercio.
”Con la Confcommercio – sostiene il segretario Pd al termine dell’incontro con l’associazione di categoria – c’è una comune preoccupazione sulla crisi. Ora bisogna risollevare un minimo la domanda. A noi non interessa un euro in meno ai cittadini delle classi medie”. Bersani invita il governo a stare “molto attento sull‘Iva” e considerare l’esito del rapporto “tra detrazioni Irpef e Iva per vedere quanti soldi ci sono dal punto di vista dei ceti medi e popolari”. I Democratici chiederanno correzioni alla legge: “In tutto questo giro Irpef, detrazioni, Iva, considerate tutte le criticità di questa cosa, qualcosina arriva in tasca anche a me, ma non la voglio. Non accetto che ai ceti popolari gli metti un euro in una tasca e gliene tiri via uno e mezzo o due dall’altra. E l’Iva è un modo molto efficiente per tirarlo via. Bisogna fare una riflessione vera – ribadisce – non possiamo scherzare. Bisogna aiutare la domanda interna”.
La situazione economica appare così grave a Bersani da fargli chiedere in che fase è il paese: “Dalla crisi stiamo uscendo o ci stiamo entrando?” domanda all’assemblea di Confcommercio. “Se mettiamo l’orecchio a terra, mentre si interroga la sfera di cristallo e si favoleggia su uno zero virgola di crescita in futuro, la percezione delle famiglie è che ci si stiamo entrando. Gli effetti della recessione arrivano a cascata. La vita normale della gente percepisce che siamo entrati in una situazione molto difficile”.
E sulla stessa linea d’onda il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli riflette: “E’ una stagione in cui i costi economici e sociali di una lunga e dura recessione si incrociano con una crisi profonda della politica. E’ necessario, dunque, un supplemento di responsabilità da parte di tutti, politica, istituzioni e forze sociali, perché l’uscita dal tunnel della crisi noi ancora non la vediamo. E non la vedono neanche le nostre imprese che vivono di domanda interna, che contribuisce alla formazione del prodotto interno per circa l’80%, e che negli ultimi anni hanno visto crescere solo pressione fiscale, costi della burocrazia, spese obbligate e che sono prossime al collasso. E questa Italia chiede alla politica tutta e al governo – continua- una compiuta agenda per la crescita e per una realistica e concreta riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie”.