Le indagini della magistratura, degli ultimi due anni, hanno fatto emergere tutto il marcio esistente al Nord, confermando ulteriormente quello detto da Saviano. Gli ultimi avvenimenti: l’arresto dell’assessore della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, e lo scioglimento per “contiguità mafiosa” del consiglio comunale di Reggio Calabria (dal 1991 sono ben 210 quelli sciolti, alcuni anche al Nord: Bardonecchia, Bordighera, Ventimiglia, Leinì, Rivarolo Canavese), dimostrano che è la politica ad aver bisogno delle mafie e non viceversa. Il popolo leghista dovrebbe chiedersi perché gli attuali dirigenti non impugnano la scopa, servita per mandare a casa Bossi e famiglia, per fare un po’ di pulizia dove governano? Non si può liquidare l’ex tesoriere del carroccio Belsito (indagato per riciclaggio di denaro della ‘ndrangheta), come un fatto isolato.
I politici lombardi hanno una responsabilità enorme sul fatto che la ‘ndrangheta sia così dilagata. Chi ha taciuto facendo finta di non vedere e chi ha attaccato chiunque denunciava il racket, è uguale a chi si è reso strumento delle mafie. Sono 13 quelli del Pirellone indagati: 8 del Pdl, 4 della Lega, 1 del Pd. Saviano, dopo due anni di duri attacchi, ha concluso il suo monologo con voce rotta dall’emozione: “Solo quando senti che queste storie ti riguardano perché ti tolgono la tua felicità, ti tolgono un tuo diritto, solo quando senti questo, allora qualcosa sta cambiando”. Sono tanti i cittadini indignati nei confronti dei politici come Formigoni che a Radio 24 ha dichiarato che nel 2010 non avrebbe dovuto confermare Zambetti “perché su di lui circolavano strane voci”, ammettendo così tutta la sua responsabilità. Ciò che sta accadendo è la dimostrazione che la legge che consente lo scioglimento dei comuni andrebbe estesa anche alle regioni.
Il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2012