La norma presentata al Senato vuole togliere qualsiasi paracadute a giornalisti, dipendenti o freelance, e dichiarare nulle, ai sensi del codice civile, tutte le clausole che sollevano dalle conseguenze patrimoniali gli autori di eventuali reati a mezzo stampa
Un emendamento che toglie qualsiasi paracadute ai giornalisti. Spunta in Senato una norma, a firma del senatore Pdl Giacomo Caliendo, che riguarda la diffamazione a mezzo stampa e solleva l’editore dagli oneri patrimoniali di eventuali reati. Ribattezzato norma “anti Gabanelli“, con riferimento alla conduttrice di Report, l’emendamento del partito di centrodestra sulla responsabilità civile toglie, di fatto, su questo fronte, qualsiasi tutela ai cronisti, siano dipendenti o freelance, e dichiara nulle tutte le clausole che sollevano dalle conseguenze patrimoniali gli autori di eventuali reati a mezzo stampa, perché è l’editore o il proprietario della pubblicazione che si assume, per contratto, l’onere del danno per la responsabilità civile.
L’emendamento prevede che sono nulle, ai sensi dell’articolo 1418, terzo comma, del codice civile, le clausole dei contratti in forza delle quali gli autori di reati a mezzo stampa, “sono sollevati in tutto o in parte, dagli oneri derivanti dal pagamento delle pene pecuniarie loro comminate a seguito dell’accollo degli stessi da parte delle altre persone indicate”. Il testo poi specifica che “per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili, in solido, con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione, l’esercente dell’impresa giornalistica o l’editore.
Nell’emendamento si stabilisce anche che non valgono (“Sono parimenti nulle”) quelle clausole che mettono a carico dei soggetti sopra indicati gli oneri che derivano dal risarcimento del danno per reati commessi a mezzo stampa “anche se accertati incidentalmente nel corso di un procedimento civile” e stabilisce che sono altrettanto nulle le clausole contrattuali che pongono ad esclusivo carico del “proprietario della pubblicazione, dell’esercente dell’impresa giornalistica o dell’editore” gli oneri che derivano dal risarcimento del danno stabilito nel corso o a conclusione del nuovo procedimento della mediazione civile.
Il giudice, nel determinare il danno derivante dalla diffamazione a mezzo stampa, dovrà tenere conto della diffusione geografica e quantitativa del mezzo di comunicazione usato, della gravità dell’offesa, e dell’effetto riparatorio della pubblicazione della rettifica. Secondo quanto si è appreso, i relatori del ddl sulla diffamazione, Filippo Berselli e Silvia Della Monica sarebbero orientati a formulare parere contrario. Le votazioni sugli emendamenti sono previste in commissione giustizia martedì della prossima settimana.