“Miracolo, mi hanno telefonato dalla Regione Lazio dopo sette mesi. Domani mi accreditano i soldi del premio. Firmato Sara Dal Pont”. Questo il testo della mail che ilfattoquotidiano.it riceve la mattina di lunedì 24 settembre. Il sabato prima, il 22, sull’onda dello scandalo dei fondi regionali ai partiti, il nostro sito pubblica la sua storia di denuncia per il mancato pagamento da parte della Regione di un concorso vinto.
Era l’8 marzo 2012, Festa della donna, e nella sala ricevimenti della giunta, la presidente Renata Polverini e gli assessori donna consegnano le targhe premio per il concorso fotografico “Donne nel Lazio”. Ma dei 2.500 euro di premio, dopo sette mesi di attesa, neanche l’ombra.
Ma ora, chi pensa al miracolo della stampa che inchioda i colpevoli di fronte alle proprie responsabilità, si dovrà ricredere.Perché, a tre settimane da quella comunicazione ufficiale, la Regione Lazio non ha ancora liquidato nessun premio. Sara ogni giorno controlla il suo estratto conto. “È incredibile – dice la precaria 32enne – il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo, ho ricevuto la chiamata di un funzionario regionale che ha promesso l’immediato bonifico. Poi, invece, è ricominciato il solito scaricabarile”.
Un nuovo stop nell’erogazione del premio che viene confermato anche dalle altre vincitrici. “Sono stata contattata da un dirigente regionale il 24 settembre, racconta Maria Patrizia Ciccarelli, infermiera pediatrica con l’hobby della fotografia. Mi hanno chiesto l’iban assicurandomi di accreditarmi i soldi già il giorno successivo. Ma non è arrivato nulla. Qui – ammette sconsolata – non basta neanche la bacchetta magica”.
Così, Sara e Patrizia decidono di bussare alla porta dei dirigenti dell’assessorato al lavoro e della formazione della Regione. Spetta, infatti, a questo assessorato la competenza dell’erogazione del premio, visto che le fotografie premiate raccontano delle “tematiche femminili legate al lavoro”.
E i risultati non si fanno attendere. Dopo un paio di girandole telefoniche Sara colleziona numeri che squillano a vuoto, impiegati che non sono in grado di aiutarla e dipendenti che, dando comunque disponibilità, ammettono – ci spiega la ragazza – “di non poter essere informati su tutto. Figuriamoci su un concorso di importanza marginale”.
Poi arriva la notizia decisiva che le premia, almeno in senso figurato. Mercoledì scorso dalla segreteria dell’assessorato del Lavoro comunicano a Sara di aver inserito la richiesta di pagamento. La ragazza, però, non fa in tempo ad esultare per la bella notizia che scopre un’altra amara verità: gli stessi uffici la informano che l’accredito non andrà a buon fine fino a quando l’istanza di pagamento non verrà convalidata dal Dipartimento programmazione economica e sociale, Direzione Ragioneria ed entrate. Come dire: il braccio destro non sa mai cosa fa il sinistro, soprattutto quando si parla di pubblica amministrazione.
Insomma, un muro di gomma contro cui stanno rimbalzando queste donne, vincitrici di un concorso regionale, che per lo meno meriterebbero risposte ufficiali. Ilfattoquotidiano.it ha, quindi, cercato di mettersi in contatto con l’assessore Mariella Zezza per avere spiegazioni in merito. Ma i numerosi tentativi compiuti sia con lei che con la sua segreteria sono falliti.
Nel frattempo, è emerso un altro dettaglio: dalla convalida dell’istanza da parte della ragioneria (quando mai avverrà) passeranno comunque non meno di tre mesi per il pagamento. Ci sono, infatti, tempi tecnici da rispettare, come hanno spiegato a Sara altri impiegati regionali. Ma questo significa che le vincitrici riceveranno il denaro non prima della fine di gennaio, visto che ci sono le festività natalizie di mezzo e la macchina burocratica, di conseguenza, va in vacanza.