Perché non ci diciamo che Ciancimino ci ha presi tutti per i fondelli? Giornalisti, magistrati, conduttori televisivi, politici. Perché facciamo così fatica ad ammettere che il Giovin Signore di Palermo ha preso per il naso mezzo mondo e anche di più facendosi beffe di tutti coloro che, sorprendentemente, lo hanno blandito, invitato, omaggiato.

La caratura di Massimo Ciancimino e il relativo innalzamento a voce profonda dell’antimafia merita una riflessione sulle tipologie umane italiane e sulla lotta che, tra il bene e il male, dovrebbe vedere trionfare il primo a scapito del secondo. Se il bene e il male fossero valori assoluti.

In realtà non lo sono, e Ciancimino a questo punto, è diventato lui stesso uno dei detentori delle chiavi di lettura di ciò che è bene e di ciò che è male.

Il tipo e la sua stessa biografia sono quelli del furbetto. Ha pascolato fin quando c’era da pascolare nelle pieghe del potere mafioso e dopo ha cercato di pascolare nelle pieghe di altri poteri. Il tema vero non è l’utilizzo da parte della magistratura di un pentito, uno pseudo pentito o un collaboratore. Lo ha insegnato il pragmatismo americano che la collaborazione di un delinquente ha un prezzo morale che va saldato, solitamente, con un salvacondotto per il delinquente. Ma, sempre in America, ci hanno insegnato che questa collaborazione a fronte del prezzo che paga lo Stato deve avere un corrispettivo di sostanza.

Ora, qualche uomo di buona volontà mi riesce a spiegare in che cosa consiste la sostanza che Ciancimino ha venduto allo stato italiano? Per altri presunti collaboratori il termine giusto della mercanzia sarebbe quello di patacca. E mi sembra che, di patacche, Ciancimino ne abbia dispensate in abbondanza. Forse frammiste a delle verità, ma vai a saperlo, anche perché i furbetti sono soliti agire in questo modo.

Taccio sul fatto che mentre “pataccava“ la magistratura, capitalizzava reti relazionali e investimenti di ben altra natura che spiegano, forse, la volontà (apparente) collaborazionista del nostro.

Più che nei verbali sottoscritti io penso alle ultime intercettazioni che, se valgono per altri, devono valere anche per lui. Orbene, la colossale presa in giro affiora simile agli gnocchi nell’acqua che bolle.

Morale: da Ciancimino mi guardi iddio che dagli amici mi guardo io.

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