L'ex ministro della Cultura nominato dal suo successore a capo del Museo delle arti del XXI secolo. Insorge il Pdl: "L'esecutivo non ha il nostro voto per risolvere i problemi di organigramma del Pd". E i democratici restano i soli a difendere la scelta. Protestano Vendola e perfino l'Udc
Il governo tecnico accusato di lottizzazione. Succede con la nomina di Giovanna Melandri, ex ministro allora diessino dei Beni Culturali nei governi D’Alema e Amato (dal 1998 al 2001) e nominato oggi dal suo successore Lorenzo Ornaghi presidente della Fondazione Maxxi, che regge il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La conferma ufficiale è arrivata oggi dallo stesso ministero dove la Melandri ha incontrato lo stesso Ornaghi e il segretario generale Antonia Pasqua Recchia. Le critiche al governo partono dal capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri e fin qui ci sarebbe poco da meravigliarsi: “E’ sconcertante la nomina da parte del ministro Ornaghi di un deputato in carica del Pd alla presidenza del Maxxi – dichiara – Da parte di un governo tecnico non poteva arrivare una scelta più sbagliata, sia sotto il profilo politico che della competenza. Assistiamo ad un episodio di inspiegabile e selvaggia lottizzazione”. Finché non arriva un’interpretazione più profonda del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: “E’ il secondo deputato del Pd che viene chiamato ad un alto incarico tecnico, con scelte francamente inaccettabili anche perché questo governo non ha il nostro voto per risolvere problemi di organigramma, e magari di rinnovamento, del Pd”. Chi è l’altro deputato cui si riferisce Cicchitto? Lo spiega il collega della Lega Nord Gianpaolo Dozzo: “Dopo la nomina di un deputato del Pd, Luigi Nicolais, alla presidenza del Cnr, ora il governo nomina un altro deputato del Pd, Giovanna Melandri, alla presidenza del Maxxi. Neppure i peggiori governi della peggiore partitocrazia si erano mai spinti a tanto”. Anche Nicolais, come la Melandri, è stato ministro di un governo di centrosinistra: aveva la delega alla Funzione Pubblica nel secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008.
La Melandri aveva da poche settimane annunciato – suscitando per dire il vero meno clamore di Veltroni e D’Alema – che non si sarebbe ricandidata in Parlamento. Per contro proprio oggi 22 parlamentari definiti “veltroniani” hanno diffuso una nota di, chiamiamolo così, endorsement a Pierluigi Bersani per la sua corsa e alle primarie e alle elezioni politiche.
Le dichiarazioni dei parlamentari del centrodestra si sono ovviamente affollate l’una sull’altra sulla questione (si distingue Giuseppe Moles: “Monti regala un ‘maxxi vitalizio’ alla Melandri”), ma alla lunga è rimasto solo il Pd a difendere la scelta del governo. Perché si mette di mezzo il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola: “Nulla di personale contro Giovanna Melandri che io stimo molto, ma l’ex ministro Melandri e’ attualmente parlamentare. Quindi stilisticamente mi pare una cosa complicata da digerire. Non è un bel gesto da parte del governo”. Ma perché anche l’Udc abbandona Ornaghi, peraltro un tempo definito vicino a posizioni moderate e cattoliche: “Fermo restando il rapporto di stima nei confronti dell’onorevole Giovanna Melandri – dichiara il presidente dei deputati centristi, Gian Luca Galletti – riteniamo del tutto inopportuna la scelta del ministro Lorenzo Ornaghi di nominare la collega alla presidenza del Maxxi di Roma. In una condizione normale non dovremmo neanche spiegarne le ragioni e per questo siamo sorpresi”.