Dopo Veltroni anche D’Alema ha dichiarato di rinunciare alla candidatura al parlamento, perlomeno in caso di vittoria di Bersani. In pratica inizia a pensare di adeguarsi alla norma dello statuto del Pd, che prevede – al netto delle deroghe – un limite di tre mandati. E gli altri protagonisti della cosiddetta (e agonizzante) “Seconda Repubblica” – tutti parlamentari di lungo corso – sono chiamati anch’essi a fare un passo indietro? “Uomo da marciapiede” ha posto la questione del ricambio generazionale della classe politica ai passanti per le strade di Milano. Di fronte alla bancarotta morale dei partiti, la gran maggioranza esige volti nuovi. Molti condividono la proposta di fissare per legge un limite alle carriere parlamentari: “due, al massimo tre mandati e poi tutti a casa, chi vuole può continuare a impegnarsi fuori dalle istituzioni” – dicono – anche al costo di sacrificare qualche politico onesto e capace. Altri ritengono che non si debba generalizzare: “non tutti i politici sono indegni e l’esperienza conta”. No, obietta più di una voce, per garantire il rinnovamento è necessario rendere le cariche elettive effettivamente contendibili, potenziando lo strumento delle primarie e cambiando struttura dei partiti e legge elettorale. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di più  di Piero Ricca, riprese e montaggio di Niccolò Brindasso

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