“È iniziata la fase due della rottamazione ed è giunto il momento di pensare ai contenuti”. Sembra la campagna pubblicitaria di una concessionaria d’auto, ma a pronunciare queste parole è il sindaco di Firenze Matteo Renzi. L’occasione è delle più innocue, il XXIX° congresso dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani a Bologna, dove i sindaci di tutto il paese si trovano a fare il punto della situazione tra tagli e riforme. Arrivato nella rossa Emilia, Renzi si muove tranquillo, stringendo mani e ricevendo applausi, più sereno dopo aver incassato anche l’appoggio del presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio. E se anche la bersaniana Emilia Romagna non sembra più così espugnabile, tutto è possibile per il sindaco di Firenze.
Ora, la vera preoccupazione è quella di uscire da una campagna che rischia di essere troppo piena di insulti e parole pesanti, soprattutto dopo l’apparizione in tv di ieri sera del leader Pd, Massimo D’Alema: “Ho molto rispetto per il presidente D’Alema, – ha esordito Renzi, – credo che la sua sia stata una scelta nobile e che sia stata una scelta che molti di noi chiedevano. Adesso che ha deciso di non candidarsi per le prossime elezioni in Parlamento, da parte mia non ci sarà più mezza parola su questo argomento”.
Archiviato il caso D’Alema, uno dei capi saldi del Pd e che a partire da ieri sembra aver accettato di cedere il passo alla nuova generazione. Spazio ai contenuti dunque e ai problemi dell’Italia, afferma Renzi: “A me quello che importa ora sono il fisco, il lavoro che non c’è per i giovani, il sistema della spesa dello stato, io parlo di queste cose qua. La rottamazione fase uno, mi pare di poter dire è finita, adesso concentriamoci sui programmi perché le primarie dovrà vincerle la classe di amministratori più credibile, più in grado di poter risolvere i problemi dell’Italia. Basta con questa discussione”.
Cambiare rotta, dice Renzi, ma i politici intorno non sembrano volerlo ascoltare. L’ultimo attacco risale a qualche ora fa, quando Giulio Tremonti ha dichiarato che essere giovani “non basta perché se per questo, anche Mussolini e Hitler erano giovanissimi”: “Qualsiasi cosa Tremonti dica, anche idiozie come queste è meno grave di quello che ha fatto, meglio quello che non ha fatto. Perché se siamo nella crisi economica, è anche colpa sua”. E a fargli eco è lo stesso Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze: “Quello che dice Tremonti dopo quello che ha fatto… Secondo me si dovrebbe vergognare di stare lì dov’è. I danni che ha fatto al paese sono talmente evidenti, da tutti riconosciuti che se si permette di dare dei nazisti o fascisti vuol dire che ha superato il segno”.