L'udienza è fissata per il 13 marzo 2013. Il consigliere regionale, secondo il pm, avrebbe posto la sua residenza a Castelluccio di Porretta Terme nel luglio 2006 intascando più di 80 mila euro fino a luglio 2011, pur risiedendo a Bologna. La difesa: "Abito davvero a Porretta", ma perfino i vigili urbani non l'hanno mai trovato là
Alberto Vecchi, consigliere regionale Pdl, è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata nei confronti della Regione Emilia Romagna. Il consigliere avrebbe posto la sua residenza a Castelluccio di Porretta Terme il 18 luglio 2006, percependo da quel giorno un’indennità di 1344 euro al mese prima del gennaio 2007 e successivamente, fino a luglio 2011, di 1464 euro. Secondo il pubblico ministero Rossella Poggioli la richiesta di residenza a Porretta era un espediente per intascare quell’indennità, per un totale di circa 80 mila euro, poiché la sua residenza effettiva era a Bologna.
Vecchi non era presente in aula per l’udienza preliminare. Mentre il suo avvocato, Guido Clausi Schettini, ha dichiarato che “il rinvio a giudizio non è una condanna, discuteremo in dibattimento”. La prima udienza sarà il 13 marzo 2013.
Il consigliere Pdl, dopo la decisione del gup Bruno Perla, dovrà quindi affrontare il processo. Questo è il primo procedimento, tra i tanti sul tavolo della procura di Bologna nei confronti di consiglieri e amministratori regionali, che si avvia verso il dibattimento. Intanto la Regione Emilia Romagna, benché sia parte lesa, non si costituirà parte civile.
Una decisione che ha scatenato il Movimento Cinque Stelle, con le parole del consigliere Andrea Defranceschi, che ha definito la scelta “scandalosa”, che “evidenza un’Istituzione incapace di tutelare il bene comune”. Il capogruppo del M5S ricorda, inoltre, che “Vecchi decadrebbe dalla carica di Consigliere Regionale per incompatibilità nel caso la Regione si costituisse parte civile”, come previsto da una legge del 1981. Annunciando infine la presentazione di “un esposto alla Corte dei Conti, sperando che ci sia ancora qualcuno interessato a far vincere onestà e legalità”.
Vecchi, secondo l’ipotesi della procura, vagliata ora dal giudice dell’udienza preliminare, avrebbe cioè dichiarato all’ente una residenza diversa rispetto a quella reale, e ben più lontana da Bologna, ottenendo in questo modo un rimborso spese per il trasporto.
Alberto Vecchi entrò in consiglio regionale dopo la morte di Marcello Bignami, prendendone il posto nel 2006 con il partito Alleanza Nazionale. Nel 2010 poi fu rieletto con il Pdl e tuttora siede nelle aule di viale Aldo Moro.
Come da regolamento, ogni consigliere all’inizio del mandato deve auto certificare la propria residenza. E il consigliere Pdl avrebbe indicato un immobile a Castelluccio di Porretta Terme, distante circa 75 chilometri dalla Regione. Nel febbraio 2010 però arriva un esposto anonimo alla procura di Bologna.
Il testo è ben circostanziato e i magistrati iniziano i controlli, che si trasformano presto in un’indagine. La guardia di finanza riesce a scoprire che Vecchi abita a Bologna e non si reca mai nella presunta abitazione indicata come residenza. In questo modo avrebbe ottenuto un rimborso chilometrico per un totale di 80 mila euro circa.
Ma per le indagini della finanza Vecchi non aveva diritto a quei soldi perchè risiedeva in realtà a Bologna con la sua famiglia. Gli inquirenti hanno verificato la presenza del consigliere regionale a Bologna prima con alcuni sopralluoghi notturni, grazie ai quali individuarono la sua vettura sotto l’abitazione bolognese, poi con tabulati telefonici, andando anche a ritroso nel tempo rispetto all’inizio delle indagini del 2010.
E quando poi la vicenda è apparsa per la prima volta sui giornali dopo alcuni mesi dall’esposto anonimo, Vecchi avrebbe cambiato via via le sue abitudini, andando più spesso a Castelluccio.
Il consigliere del Pdl si è difeso davanti al pm sostenendo di abitare per davvero a Castelluccio di Porretta Terme, dove aveva i suoi interessi economici. Ma anche i vigili urbani, in seguito ai primi articoli sui giornali, andarono a cercare Vecchi nell’immobile in montagna, senza mai trovarlo.