Società

Occupy n’drangheta: imprenditori di legalità in Calabria.

Reggio Calabria è una città bellissima dove profumo di mare e puzza di mafia si sovrappongono a folate. D’Annunzio, che di bellezza se ne intendeva, definì il lungomare di Reggio “il più bel chilometro del mondo”.

Odio la Calabria come si può odiare un amore impossibile a cui si è detto “basta”, ma che non vuole andar via e con la speranza sempre pronta ad accendersi: perché non è vero che qui non si può amministrare bene e che ‘…la colpa è del sistema’.

Reggio negli anni ’90 ha avuto buona politica ed un grande e amatissimo sindaco, Falcomatà: scomparso prematuramente durante il mandato, di sinistra, cattolico con una grande capacità di dialogare, ha risistemato la città senza appalti per la ‘ndrangheta che -mi dicono- non lo ha mai neanche minacciato. Sapevano che sarebbe stato inutile, troppo integro per spostarlo con la paura, e troppo amato dalla gente per farlo fuori. Così mi raccontano qui, con affetto, persone sia di destra che di sinistra.

E mentre la giunta di destra susseguita collude e spolpa Reggio, e le signore arricchite in minigonna o pelliccia a passeggio su Corso Garibaldi proclamano il loro status asociale, tanti imprenditori sociali lavorano per ricucire, tessere, e produrre una merce rara, preziosa, che si mangia si vive e si respira: la legalità.

La Comunità Progetto Sud è nata nel 1976 ed è parte del Consorzio Nazionale di Cooperative Sociali Idee in Rete. Il Presidente, Giacomo Panizza, un ‘immigrato all’incontrario da Brescia alla Calabria.

Racconta Marina Galati: “Una serie di attentati, anche nell’ultimo anno, causati dall’assegnazione nel 2002 di un palazzo confiscato al clan Torcasio al centro di Lamezia Terme (anche Lamezia è commissariata per infiltrazione mafiosa), si sono susseguiti. Un palazzo dove nessuno voleva andare, neanche i vigili: per entrare bisognava attraversare il cortile del clan, che abitavano dirimpetto.”

Occupy n’drangheta’? Soprattutto un’azione simbolica, quel palazzo che viene ripulito in tutti i sensi e diventa sede di legalità e di servizi sociali, di Banca Etica, della Fish, di reti. La mafia si combatte più a fondo riprendendo possesso del territorio, fisicamente e ancor più simbolicamente, attaccandola su quello che ha di più caro, le proprietà ed i soldi, la reputazione infame: proprio con ‘sfratti’ clamorosi come questo.

Ne seguono minacce al Presidente, necessità della scorta. Una bomba sotto il portone, un colpo sparato contro una finestra, i freni delle auto tagliate ed una che finisce contro un albero, uno nuovo sparo a Pasqua 2012.

La Comunità va avanti ancora più decisa, sono tutti segnali che è temuta. A Lamezia c’è il più grande campo Rom italiano, residenziale, da 80 anni, il livello di integrazione è elevato anche grazie alla Progetto Sud, che crea cooperative miste di soggetti svantaggiati, italiani e no. Impegnando i Rom con successo nella raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta e supportando il superamento delle paure reciproche.

La legalità si costruisce generando autonomia mediante accoglienza e rafforzamento delle persone.” continua Marina Galati. “ Stando nei territori in modi anche indipendenti dalla Pubblica Amministrazione. Sostenendo le reti e promuovendo la comunità: ad es. mediante iniziative come il condominio condiviso – famiglie aperte all’accoglienza di persone in difficoltà, il microcredito per piccoli imprenditori Rom, il supporto al disbrigo delle pratiche burocratiche.”

Credo fermamente che possa esserci una prospettiva occupazionale per tutti i giovani del Sud, anche pensandosi in connessione con altri Sud, europei e mediterranei. Bisogna avere immagini forti del futuro e decostruire la rappresentazione di un Sud bloccato…ci vogliono delle visioni. E chi si pensa da solo non va da nessuna parte”- dice Marina.

C’è speranza? Recentemente una grande retata ha decimato i clan Torcasio e Giampà, per la prima volta sono emersi pentiti di ‘ndrangheta. Conclude Marina Galati: “Quando ero scout il motto era ‘lottare per restare, restare per costruire’: per me vale ancora, oggi, lo declinerei ‘…restare, per costruire il Sud’ ”.

Ps: Incontro aperto (gratuito) con i lettori con la presentazione di “Attenti al gatto! una strana storia di cooperatrici, di matti e di gatti sui tetti di Roma” (Venerdì 26 Ottobre a Roma ore 16-19 presso ‘the Hub’, via dello Scalo San Lorenzo 67, per parlare con me ed operatori del settore, di innovazione sociale, impegno e lavoro nel non profit e farsi anche due risate. Massimo 20 partecipanti e prenotazione obbligatoria: marco2045@gmail.com ed in copia comunicazione@asvi.it , oggetto: “Attenti al gatto!”)