La supervisione bancaria nell’eurozona partirà nel 2013. E quando sarà a regime “coprirà” tutte le seimila banche di Eurolandia. Sarà affidata alla Bce, che dovrà tenere nettamente separate la politica monetaria e l’attività di supervisione e che dovrà rispondere al Parlamento europeo. E’ il principale risultato della prima giornata del vertice dei 27, che conferma anche gli impegni del giugno scorso per la riforma profonda della zona euro. Francia, Italia e vertici europei riescono a piegare le resistenze tedesche e cade anche – almeno per ora – l’idea del supercommissario dell’euro in grado di porre veti ai bilanci nazionali così come proposto da Berlino. Angela Merkel riesce però a rinviare l’avvio della ricapitalizzazione diretta delle banche in difficoltà da parte del fondo salvastati Esm a quando la vigilanza sarà davvero operativa. E saranno i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo a “definire i criteri” in base ai quali le banche potranno chiedere gli aiuti.
I Ventisette trovano in nottata la soluzione di compromesso per la vigilanza bancaria: entro il 31 dicembre Consiglio e Parlamento europeo dovranno mettersi d’accordo sul testo legislativo, la piena operatività arriverà quando sarà completato l’iter e la Bce si sarà attrezzata. Per Van Rompuy e Barroso il fatto stesso che sia stata scritta “una data certa” entro la quale definire “il quadro legislativo” con cui far partire la vigilanza unica da parte della Bce, che mancava nell’accordo di giugno, è sufficiente per parlare di “importante passo avanti” nella costruzione del primo pilastro dell’Unione bancaria.
Soddisfatti tanto il premier Mario Monti, quanto il presidente francese François Hollande che insieme hanno costituito un asse utile a superare le titubanze tedesche. Il presidente del Consiglio, al termine del vertice, appare sollevato: soprattutto perché, spiega, l’Europa ha saputo decidere nonostante i mercati, almeno per il momento, non stiano mettendo sotto eccessiva pressione i governi. E’ vero, come riconosce lo stesso professore, che non è possibile dire con esattezza quando potranno essere ricapitalizzate direttamente le banche in difficoltà, a cominciare da quelle spagnole. Ma i mercati, assicura Monti, non dovrebbero rimanere troppo delusi perché non si aspettavano una “operatività” immediata. Madrid, però, non sembra pensarla così: fonti diplomatiche spagnole fanno capire che il governo di Mariano Rajoy potrebbe rinunciare agli aiuti ai propri istituti di credito proprio perchè arriverebbero troppo tardi e rischierebbe di avere condizioni troppo pesanti.
Frau Merkel è costretta ad indietreggiare anche sulla proposta di un super commissario con potere di veto sui bilanci dell’Eurozona. L’idea vedeva Hollande fermamente contrario. E anche la delegazione italiana era fredda. Il tema, riferirà al termine del summit Monti, è stato “appena accennato”, ma subito scartato visto che – come ha detto il presidente Barroso – l’attuale commissario per gli Affari Economici e Monetari ha già poteri “speciali” e i problemi del passato sono dovuti al fatto che a decidere è il Consiglio. Insomma, conclude Monti, “non paiono necessari a nessuno a questo punto nuovi meccanismi o super commissari”.
Poi la questione greca, che ha raggiunto ieri un nuovo giorno di alta tensione con la morte (per malore) di un operaio marittimo durante le proteste di piazza. Secondo i capi di Stato e di governo dell’Eurozona la Grecia ha compiuto “buoni progressi”, ma deve continuare sulla strada delle riforme se vuole restare nell’Euro. “Ci rallegriamo dei progressi compiuti dalla Grecia e dalla troika in vista del raggiungimento di un accordo sulle politiche a sostegno del programma di aggiustamento e attendiamo con interesse la conclusione della valutazione in corso”, scrivono i Diciassette nella dichiarazione conclusiva al termine del summit di Bruxelles. “L’Eurogruppo esaminerà i risultati della valutazione alla luce della relazione della troika e prenderà le necessarie decisioni. Accogliamo con favore la determinazione del governo greco a rispettare i suoi impegni e plaudiamo ai notevoli sforzi profusi dal popolo greco. Sono stati compiuti buoni progressi per rimettere in carreggiata il programma di aggiustamento. Ci attendiamo che la Grecia prosegua le riforme di bilancio e strutturali e incoraggiamo i suoi sforzi volti ad assicurare la rapida attuazione del programma. Ciò è necessario al fine di accrescere la competitività del settore privato, gli investimenti privati e l’efficacia del settore pubblico. Tali condizioni – concludono i governi dell’Eurozona – consentiranno alla Grecia di realizzare una crescita rinnovata e ne assicureranno il futuro nella zona euro”.