Politica

Caso Cayman, Serra: “Io bandito? querelo Bersani”. Che smentisce: “Mai detto”

Con una lettera aperta all'Ansa, il sostenitore di Renzi e titolare della società di gestione di diritto inglese Algebris risponde alle accuse del segretario Pd che ieri aveva detto: "Non parlo con chi ha base alle Cayman". "Procederò con i miei legali per ristabilire la verità". Il portavoce del politico però nega: "Non si riferiva a lui". "Avremo letto male", la replica

Un botta e risposta continuo che va avanti da giorni. Bersani contro Renzi, Renzi contro Bersani. In mezzo, la polemica tra il segretario Pd e il titolare della società di gestione di diritto inglese, Algebris, e sostenitore della campagna per le primarie del Pd del sindaco di Firenze, Davide Serra, che con una lettera aperta all’Ansa vuole “ristabilire la verità”. Quale verità? Quella che Bersani avrebbe violato ieri dicendo: “Chi ha base alle Cayman, non dia consigli”. Il riferimento, indiretto, è proprio a Serra (e alla sua Algebris), organizzatore, tra l’altro, della cena milanese di mercoledì 17 ottobre in cui il sindaco di Firenze si è riunito con i giovani del panorama economico e finanziario lombardo (guarda il video). “Essere definito ‘bandito’ da lei mi offende – scrive Serra all’ansa riferendosi a Bersani – e anche se in Italia lei è immune, ci penseranno i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole”. “Se proprio dobbiamo parlare per sloganinterviene Renzi davanti a un migliaio di persone radunate a Sassuolo per la prima data del tour elettorale in Emilia Romagna (guarda il video) – chi parla delle Cayman deve sapere che a quelle isole, come all’Irlanda e al Lussemburgo, fanno riferimento in modo legale e legittimo i tantissimi fondi di investimento. Se uno non vuole parlare con tutti coloro che utilizzano il diritto delle Cayman, del Lussemburgo e dell’Irlanda, va a finire che non parleremo con quelli che ci comprano i nostri titoli di stato”.

Nella lettera a Bersani, Serra scrive ancora: “Caro onorevole Bersani, trovo incredibile che in un Paese con un’evasione fiscale da record, che nessuno dei politici sembra abbia, sinora, voluto veramente combattere, venga definito “bandito” un investitore istituzionale basato a Londra, regolato dall’Fsa e dalla Sec (rispettivamente la Consob inglese e Usa, ndr) e tassato dall’Inland revenue”. “Mi rendo conto – si legge nella missiva – che non tutti debbano essere minimamente esperti in finanza, ma visto che TUTTI, e dico tutti, la utilizzano a proprio uso e consumo, e non mi voglio abbassare in beceri esempi che hanno tristemente caratterizzato la storia dell’Italia negli ultimi anni, le lascio solo uno spunto per una sua riflessione su questo e per guardarsi allo specchio sulle parole che mi ha rivolto”.

“Dove e come Bersani avrebbe detto che Davide Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Serra, che non ha il piacere di conoscere”, risponde il portavoce di Pierluigi Bersani, Stefano Di Traglia. ”Avremo forse letto male tutti i giornali e frainteso tutte le televisioni?”, replica un portavoce di Davide Serra subito dopo.

“Essere stato definito ‘bandito’ da lei – sottolinea nella lettera il fondatore di Algebris – mi offende personalmente, offende la mia famiglia e i miei figli, e delegittima il lavoro pulito e trasparente che ho portato avanti in 20 anni di attività”. “Vede caro Onorevole – aggiunge Serra -, mi sono laureato molto presto e, come tanti italiani, ho molto lavorato, termine non notissimo ai tanti che parlano, per arrivare, poco o tanto, dove sono arrivato; ma quello che è più importante per me è che ho fatto tutto rispettando le regole e sfido chiunque, in testa lei che non conoscendo nulla di me si è permesso di insultarmi pubblicamente, a trovare una sola pecca nel mio operato”.

“Vede Onorevole Bersani, tutto quello che faccio lo faccio (voce del verbo fare e non parlare) con l’obiettivo di migliorare il mio Paese di nascita, ma gli attacchi subiti, sul niente, da lei e dai suoi accoliti che fingono di avercela con me, ma di fatto vogliono delegittamare Matteo Renzi, mi danno la conferma che il lavoro da fare è lungo e duro. Ma non bisogna mollare. Per i nostri figli”.

“Non scendo nei particolari delle nefandezze e delle offese che mi ha rivolto, a questo ci penseranno i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole. Mi dicono che in Italia lei è …immune!!! ma prima o poi non lo sarà più e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita”.

“Ultima nota – conclude Serra -, non dovrebbe stupirsi se un giovane come me (anche se alla mia età Clinton era candidato Presidente degli Stati Uniti…) pensa che Matteo Renzi sicuramente non potrà che fare bene, meglio…. Almeno sa di che parla….anche in finanza”.