“Estelle è sotto attacco da parte dei militari israeliani”. E’ l’allarme lanciato da Flotilla Italia dopo che la nave che trasporta, oltre ad aiuti umanitari, un gruppo di attivisti filo-palestinesi determinati a forzare il blocco navale imposto da Israele, è stata bloccata al largo dalle navi dello Stato ebraico. L’imbarcazione “era stata circondata da almeno sei navi della Marina di Israele poi abbiamo perso i contatti con le persone a bordo, siamo convinti sia in corso un attacco”, raccontano i portavoce italiani precisando che “i militari stanno indossando le maschere anti-gas”.
La versione dell’esercito israeliano era inizialmente che la marina stava “seguendo da vicino” la nave in rotta per Gaza. Poi l’abbordaggio, “avvenuto in accordo con le leggi internazionali e con le direttive del governo israeliano dopo aver effettuato ogni tentativo di prevenire la nave dal raggiungere la Striscia di Gaza”, recita una nota dei militari. “E’ stato effettuato solo dopo numerosi richiami ai passeggeri a bordo; vista la loro volontà di non cooperare e dopo aver ignorato appelli a cambiare rotta, è stata presa la decisione di abbordare la nave e condurla nel porto di Ashdod”, ha aggiunto un portavoce dell’esercito.
“I marinai israeliani hanno operato come stabilito e hanno preso ogni precauzione per garantire la sicurezza dei passeggeri. Dopo l’abbordaggio da parte dei soldati, che non hanno avuto bisogno di usare la forza, i passeggeri sono stati accuditi e a loro sono stati offerti cibi e bevande. Dopo l’arrivo nel porto di Ashdod, i passeggeri saranno trasferiti alla custodia della polizia israeliana e delle autorità di immigrazione del ministro dell’interno”, ha concluso.
Dal canto suo Freedom Flotilla Italia denuncia “l’ennesimo crimine di guerra del governo israeliano nei confronti di popolazione civile. A nome delle migliaia di persone a bordo di Estelle, chiediamo la fine dell’assedio illegale di Gaza subito e per sempre e il rilascio immediato di tutti i pacifisti prelevati da Estelle con la forza e attualmente ostaggi delle autorità israeliane. Gli attivisti a bordo di Estelle sono ora impossibilitati a continuare la loro missione, in quanto prelevati contro la loro volontà da Estelle e probabilmente condotti in centri di detenzione in Israele”.
A bordo della nave c’era anche un italiano, Marco Ramazzotti Stockel, 65 anni, che da oltre 35 lavora nel settore della cooperazione. Stockel, sposato e padre di due figli, tiene a sottolineare di essere ebreo: “Scrivete il mio secondo cognome, per favore, così capiscono che sono ebreo, e che se lotto contro l’occupazione, è proprio per gli ebrei, è a loro che fa male, oltre che ai palestinesi, l’occupazione”, si legge sul sito di Flotilla Italia.
“Io sono cresciuto in un paese musulmano, sono vissuto in 12 paesi musulmani, il mondo musulmano è un mondo che mi è profondamente congeniale, gli arabi sono miei fratelli”, aggiunge. “Non è possibile immaginare che un ebreo possa pensare che la propria salvezza, dalla shoah ai progrom, venga dal maltrattare altre popolazioni. I palestinesi sono dei maltrattati”. Stockel, con un passato politico nel Pci e nella Cgil-Filcams, ha lavorato per Ong italiane e straniere, imprese di progettazione italiane, inglesi, tedesche e francesi, la Commissione Europea, Agenzie delle Nazioni Unite, tra le quali la Fao, l’Ifad, l’Unicef e l’Unhcr. E’ laureato in Diritto internazionale.
L’ambasciata italiana di Tel Aviv si è “immediatamente attivata”, e la Farnesina “segue costantemente l’evolversi della situazione per assicurare ogni assistenza affinché venga garantita” la sua incolumità.