La deputata Pdl, fedelissima del cavaliere, ha depositato il 3 agosto una proposta di legge per la liberalizzazione delle società di riscossione. Il marito, titolare di una società di recupero crediti di cui lei stessa è azionista, sentito come esperto in commissione. La denuncia sulla Stampa
Una proposta di legge per cancellare le licenze ministeriali e liberalizzare la riscossione del credito sotto il controllo di un organismo di controllo vigilato dal ministero della Giustizia. E’ la proposta di legge depositata il 3 agosto da Mariarosaria Rossi, deputata Pdl e assistente personale di Silvio Berlusconi. Solo che la Rossi – fedelissima dell’ex premier, tanto che ieri è comparsa al suo fianco nell’udienza del processo Ruby – come riporta questa mattina la Stampa, condivide con l’ex premier anche la tendenza al conflitto di interessi: già sfiorata dallo scandalo Ruby, la deputata del Popolo della Libertà è infatti sposata con Antonio Persici, titolare di una società di riscossione, la Euro Service group.
Inutile dire che il marito, sentito come esperto del tema in commissione, difende a spada tratta la bontà del provvedimento. Il titolare della Euro Service invoca infatti la necessità di mettere mano alle norme in materia, che ancora oggi sono quelle risalenti al 1931. Consultato dalla cronista della Stampa, poi, Persici nega qualsiasi conflitto di interessi: “Ma di quale conflitto parla? Dove starebbe il conflitto? Se uno è esperto in un settore – dice – è normale che sia ascoltato in commissione è non è la prima volta che aiuto a presentare emendamenti e testi attraverso attività di lobbing”.
Ma le risposte non sembrano sopire il dubbio. Intanto perché la stessa Mariarosaria Rossi risulta essere azionista della società. Senza contare i punti contestati dell’articolato. In particolare il quinto dei sei articoli che compongono il testo: “La vigilanza sull’organismo è esercitata dal Ministero della giustizia secondo modalità improntate a criteri di proporzionalità e di economicità dell’azione di controllo e regolazione e con la finalità di verificare l’adeguatezza delle procedure interne adottate dal medesimo organismo per lo svolgimento dei compiti a esso attribuiti”. Cosa significa? Significa che se fino ad oggi il controllo delle licenze era esercitato dal ministero dell’Interno, dall’approvazione della legge questo controllo passerebbe sotto la lente di via Arenula, con il rischio – denuncia l’Adiconsum alla Stampa – di “abolire le licenze ottenute con la certificazione in questura” e aprire “la strada al riciclaggio e alle infiltrazioni mafiose nel settore”. Eppure, anche su questo Persici si mostra certo: “Il ministero dell’Interno ha fatto sempre ben poco – dice – se ci fossero state centinaia di arresti lo capirei, ma se non ci sono vuol dire che l’attività di riscossione non è a rischio”.