L'avvocato, figlio di Giorgio Ambrosoli, scrive su Twitter: "Servire la collettività, vivere la responsabilità politica è la più nobile delle ambizioni; ringrazio quanti mi ritengono all’altezza. Tuttavia, la tempistica oggi disponibile impedisce di realizzare l’unico progetto nel quale riesco a immaginare una mia candidatura”
L’annuncio era atteso per domani, ma l’avvocato Umberto Ambrosoli ha deciso di rinunciare, oggi, alla candidatura a presidente della Lombardia per il centrosinistra. E la comunicazione avviene tramite Twitter. Umberto, penalista stimato, è figlio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso su ordine del banchiere Michele Sindona l’11 luglio 1979. In molti contavano su una risposta positiva perché sembrava il nome giusto su cui si sarebbero convogliati anche i voti della società civile.
“Servire la collettività, vivere la responsabilità politica – ha scritto – è la più nobile delle ambizioni; ringrazio quanti mi ritengono all’altezza. Tuttavia, la tempistica oggi disponibile impedisce di realizzare l’unico progetto nel quale riesco a immaginare una mia candidatura”. Ambrosoli che ieri sera aveva incontrato il sindaco di Milano (e anche avvocato) Giuliano Pisapia. E oggi è arrivato il no ad accogliere la sfida di andare al Pirellone squassato negli ultimi mesi da uno scandalo dopo l’altro e decimato dagli arresti di assessori. I tempi, voto a dicembre per il presidente uscente Roberto Formigoni e in aprile per il segretario della Lega Roberto Maroni, sembrano troppo stretti al professionista per creare un progetto che preveda la “creazione di un gruppo di persone estremamente competenti sulle principali tematiche regionali; l’elaborazione di un programma concreto da proporre ai cittadini lombardi e intorno al quale impegnare una coalizione ampia; condivisione con i partiti aderenti circa i criteri selettivi (estremamente rigidi e severi) dei candidati al Consiglio; condivisione dei meccanismi di trasparenza, a partire dalla campagna elettorale”. L’avvocato ha chiuso la sua comunicazione su Twitter con un ringraziamento: “Grazie ha tutti coloro che mi hanno incitato (rendendo intenso il …mumble mumble di questi giorni)”.
Al tweet del mancato candidato hanno riposto in tanti chiedendo un ripensamento. “Massimo rispetto per le sue valutazioni – si legge in un cinquettio – triste vedere chi è competente aspettare mentre incompetenti ladri e truffatori sgomitano”. In un post, però, c’è chi lo invita a riflettere: “E se si votasse in aprile? Il tempo penso che ci sia per costruire”. Nell’invito ad un ripensamento c’è anche chi lo informa: “Io prenderei la residenza per poter andare con orgoglio a votare!!”.