Pranzi, cene, viaggi: così le richieste del leghista Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale accusato di corruzione, venivano soddisfatte dall'architetto-faccendiere Michele Ugliola che aveva il compito di recuperare i soldi delle tangenti attraverso sovrafatturazioni o consulenze inesistenti
Con i politici l’accordo era scontato”: l’architetto Michele Ugliola non ha dubbi. E del resto la domanda che poco prima gli ha posto il pm è chiara: “Era un dato scontato che, a fronte di un’autorizzazione, c’era una quota che doveva essere retrocessa alla politica?”. Sì, risponde Ugliola, “con i politici l’accordo era scontato”. Pagina 15 della trascrizione dell’incidente probatorio chiesto dalla procura e svoltosi il 24 settembre scorso nell’ufficio del giudice Antonella Bertoja. Ordine del giorno: l’accusa di corruzione all’ex presidente del Consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni, per vicende di quand’era assessore regionale al Territorio. Con lui sono indagati il suo ex capo di gabinetto Dario Ghezzi, lo stesso Ugliola con il cognato Gilberto Leuci e due imprenditori: Luigi Zunino e il veronese Francesco Monastero. Tutti coinvolti in un giro di mazzette (oltre 1 milione di euro), messo in piedi per ottenere dall’assessorato autorizzazioni in cambio di denaro. Ugliola mediava e aveva il compito di recuperare i soldi delle tangenti attraverso sovrafatturazioni o consulenze inesistenti.
ARRESTATO nel dicembre 2010 nell’ambito della Tangentopoli di Cassano d’Adda, il professionista si è trasformato nel principale accusatore di Boni, riempendo decine di verbali. L’ultimo è proprio quello di settembre: 180 pagine d’incidente probatorio chiesto e ottenuto dalla procura per cristallizzare il quadro. In quell’occasione, Ugliola svela particolari a oggi ancora inediti. Come le mangiate al ristorante a’ Riccione. Ai tavoli eleganti del ristorante milanese di via Taramelli, infatti, Ugliola è di casa a mezzogiorno e sera e lì raduna politici e imprenditori. “Pranzi d’affari”, li definisce il suo socio Leuci. Chi c’era? Boni e Ghezzi spesso. Ugliola conferma: “Pagavo sempre io”. I pm accusano: Ghezzi incassava la mazzetta e poi girava i soldi al suo presidente. Del resto, i tre sono amici. Tanto da condividere compleanni e vacanze. Ad Alguna, in Egitto, per esempio: c’è Ugliola, c’è anche Boni e la sua assistente Monica Casiraghi. Candidata al Senato per il Carroccio nel 2006, sarà la stessa Casiraghi a presentare l’imprenditore Monastero a Ugliola. All’incontro, annunciato da una telefonata di Ghezzi, si presenta anche Flavio Tremolada, altro assistente di Boni. Per questa attività, rivela Ugliola, la Casiraghi, indagata, incasserà una “consulenza” da 50 mila euro.
Chiede il pm: “La consapevolezza di Davide Boni a questa consegna di denaro, lei la riscontrava?”. L’architetto conferma: “Ne abbiamo anche parlato”. Del tipo: “Tutto ok? Sì, sì”. Quindi ribadisce: “Tenga presente, abbiamo passato l’estate giù ad Alguna nel 2008, tutti quanti in compagnia. C’era Davide Boni”. L’accusa insiste: vuole la conferma che il denaro sia arrivato nelle mani del politico. Ugliola: “Ghezzi era una persona di fiducia dell’assessore. Cioè, voglio dire, parliamoci chiaramente: gli imprenditori passavano da Ghezzi, eh?”.
In assessorato l’architetto è di casa. “I nostri incontri erano sempre finalizzati alla consegna di denaro. I miei passaggi alle 8 del mattino in assessorato regionale erano molto frequenti”. Caffè, pranzi e vacanze, dunque. Occasioni ideali per confessare l’inconfessabile. Ugliola, durante l’incidente probatorio, esplicita quello che è sempre rimasto tra le pieghe dei precedenti interrogatori: Davide Boni sapeva del denaro. Fa di più: svela i primi episodi della corruzione, che inizia nel 2007. All’epoca ci sono da seguire gli interessi di Luigi Zunino: Santa Giulia, aree Falck, Rodano-Pioltello. Qui, Zunino vuole 100 mila metri quadri di area commerciale all’ex Sisas. Ugliola concorda la “ricaduta”, ovvero la tangente: 800 mila euro.
IL PATTO VIENE siglato in via Bagutta, sede milanese, all’epoca, della società Risanamento. “Al primo incontro c’eravamo io, Boni, Ghezzi e Zunino, alla presenza anche dell’avvocato Giovanni Camozzi. In un altro incontro sicuramente c’era Nicoli Cristiani”. È l’ex vicepresidente del consiglio regionale, arrestato il 30 novembre 2011 per aver intascato 100 mila euro dall’imprenditore Pierluca Locatelli. All’epoca era assessore al Commercio. Un’alleanza speciale: Territorio e Commercio, in certi casi Rifiuti. Tradotto: Davide Boni, Nicoli Cristiani e Massimo Buscemi. Tre assessori che per anni sono stati il vero punto di riferimento di Ugliola. Lo conferma anche Gilberto Leuci, sentito pure lui in incidente probatorio l’1 ottobre scorso. Il rapporto Boni-Ugliola è strettissimo. L’architetto lo ricorda rievocando l’incontro con il leghista e alcuni imprenditori. “Mi ricordo che c’era un certo Rossetti, che disse: ma assessore, qualche professionista di riferimento? Allora Boni mi guardò e mi disse: Michele, di che cosa sta parlando? Il professionista è Michele Ugliola”.
da Il Fatto Quotidiano del 20 ottobre 2012