Il Csm ammorbidisce il suo giudizio sul disegno di legge anticorruzione approvato dal Senato qualche giorno fa e in attesa di nuova discussione alla Camera. A quanto si apprende, il parere approvato dalla Sesta commissione dell’organo di autogoverno dei giudici, che sarà sottoposto al voto del “plenum” mercoledì, è sostanzialmente positivo, anche se mette in evidenza alcuni punti critici. Nei giorni scorsi era circolata una bozza di parere più dura, una sorta di stroncatura del testo, frutto di estenuanti contrattazioni tra il ministro della Giustizia Paola Severino e il Pdl in particolare. Nel mirino soprattutto la riforma della concussione e il mancato intervento sulla prescrizione dei reati, che data la lunghezza dei processi fa “girare a vuoto” la macchina della giustizia su questo fronte.
Le indiscrezioni avevano suscitato l’intervento “pacificatore” del vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che oggi significativamente dichiara: “Si può sempre fare meglio, ma nella mia esperienza istituzionale mi sono convinto che l’ottimo è nemico del bene. Intanto credo sia opportuno mettere un punto fermo sull’anticorruzione, dare un segnale all’Italia che si è invertita una linea di tendenza, che si vuole avere tolleranza zero su questo fenomeno, che non è soltanto un problema per l’etica pubblica, ma anche per l’economia nazionale”. Vietti ha aggiunto che “la riforma delle riforme è quella sulla prescrizione“, perché va cambiato “il meccanismo che oggi manda al macero 170mila processi l’anno, facendo sì’ che enormi risorse materiali ed economiche vengano spese invano”.
Il documento è stato approvato da tutti i componenti la Sesta commissione, ad eccezione di Bartolomeo Romano – area Pdl – che già altre volte aveva dichiarato la sua contrarietà ad esprimere pareri non richiesti dal ministro. Il testo conterrebbe anche critiche alle nuove norme sui magistrati fuori ruolo.
Giustizia & Impunità
Ddl corruzione, il Csm ammorbidisce le critiche. Ma resta il nodo prescrizione
La Sesta commissione approva un parere, che dovrà essere votato dal plenum, meno critico rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi. Ma il vicepresidente Vietti sollecita un intervento sul meccanismo legislativo che "manda al macero 170mila processi l'anno"
Il Csm ammorbidisce il suo giudizio sul disegno di legge anticorruzione approvato dal Senato qualche giorno fa e in attesa di nuova discussione alla Camera. A quanto si apprende, il parere approvato dalla Sesta commissione dell’organo di autogoverno dei giudici, che sarà sottoposto al voto del “plenum” mercoledì, è sostanzialmente positivo, anche se mette in evidenza alcuni punti critici. Nei giorni scorsi era circolata una bozza di parere più dura, una sorta di stroncatura del testo, frutto di estenuanti contrattazioni tra il ministro della Giustizia Paola Severino e il Pdl in particolare. Nel mirino soprattutto la riforma della concussione e il mancato intervento sulla prescrizione dei reati, che data la lunghezza dei processi fa “girare a vuoto” la macchina della giustizia su questo fronte.
Le indiscrezioni avevano suscitato l’intervento “pacificatore” del vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che oggi significativamente dichiara: “Si può sempre fare meglio, ma nella mia esperienza istituzionale mi sono convinto che l’ottimo è nemico del bene. Intanto credo sia opportuno mettere un punto fermo sull’anticorruzione, dare un segnale all’Italia che si è invertita una linea di tendenza, che si vuole avere tolleranza zero su questo fenomeno, che non è soltanto un problema per l’etica pubblica, ma anche per l’economia nazionale”. Vietti ha aggiunto che “la riforma delle riforme è quella sulla prescrizione“, perché va cambiato “il meccanismo che oggi manda al macero 170mila processi l’anno, facendo sì’ che enormi risorse materiali ed economiche vengano spese invano”.
Il documento è stato approvato da tutti i componenti la Sesta commissione, ad eccezione di Bartolomeo Romano – area Pdl – che già altre volte aveva dichiarato la sua contrarietà ad esprimere pareri non richiesti dal ministro. Il testo conterrebbe anche critiche alle nuove norme sui magistrati fuori ruolo.
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Ramy, i pm valutano l’omicidio volontario. I video e le differenze con i verbali. Cucchi: “Via la divisa”. Fdi-Lega in difesa dei carabinieri
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Da due o tre giorni avevamo capito che eravamo quasi arrivati alla conclusione di questa vicenda". Lo ha detto Antonio Tajani a Porta a Porta sulla liberazione di Cecilia Sala.
"Stamattina l'ambasciarice è andata al carcere per la visita consolare e le hanno detto la visita è annullata per una buona notizia, l'ambasciarice ha capito e mi ha telefonato", ha raccontato il ministro degli Esteri spiegando tra l'altro: "Anche la famiglia è stata eccezionale, la mamma e il papà ci hanno dato una mano".
"La Santa Sede non ha dato una mano in maniera operativa ma c'è sempre stato sostegno. Ma non c'è stato un intervento del Vaticano", ha spiegato Tajani.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Fermo restando che la mia posizione di condanna è assoluta per alcuni gesti apologetici, avendo conosciuto quei ragazzi, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due uccisi da terroristi ai quali non si è mai dato un nome, esprimo il rammarico per il fatto che la Procura della Repubblica di Roma in 45 anni non abbia mai aperto una seria inchiesta sulla strage di Acca Larenzia". Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervenendo nell’aula del Senato.
"Noi chiediamo la verità su tante vicende italiane. Nei giorni scorsi, si è saputa una possibile verità sull’omicidio di stampo mafioso di Piersanti Mattarella a Palermo. Ma sulla strage di Acca Larenzia le tracce ci sono, perché la mitraglietta Skorpion che uccise Bigonzetti e Ciavatta poi è stata utilizzata anche successivamente dalle Brigate Rosse -ha detto ancora Gasparri-. Quelli che ieri, sbagliando, hanno fatto i saluti romani non inneggiavano alle Brigate Rosse ma ricordavano, con una ritualità che io non condivido, dei militanti di un partito politico, non di terroristi".
"Mentre le Brigate Rosse sono quelle che hanno usato la mitraglietta Skorpion per uccidere Bigonzetti e Ciavatta, poi Lando Conti, ex sindaco di Firenze, e il professor Ruffilli che era un professore impegnato nella Democrazia Cristiana. Quindi quell'arma e chi l’ha usata è transitato nelle Brigate Rosse", ha proseguito l'esponente di FI.
(Adnkronos) - "Basterebbe un’inchiesta per capire quali gruppi della periferia di Roma sud e dell’estrema sinistra hanno fatto questo transito. C’è un libro di un giornalista che si chiama Nicola Rao che ha descritto queste vicende ed è una vergogna che la Procura della Repubblica di Roma non abbia mai fatto un'inchiesta seria. Io l'ho detto pubblicamente a Lo Voi e lo dico a tutti i Procuratori del passato. La magistratura evidentemente non ha voluto la verità su quella vicenda. Protesto, quindi, per le verità mancate di una pagina di storia italiana tragica", ha concluso Gasparri.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Ho voluto partecipare in collegamento all'evento 'Comunità democratica' perché il partito cattolico è anacronistico, c'è bisogno di cominciare a discutere largamente di politica, di programmi, a far partecipare le persone e soprattutto di far diminuire l'astensione". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"C'è bisogno di cominciare a discutere, sono due anni che non si fa nel Paese. Queste iniziative sono benedette, penso che Schlein lo sappia", ha aggiunto Prodi proseguendo: "Deciderà Ruffini se entrare in politica o no. E' un uomo di qualità e dipenderà dalla rete che riuscirà a costruire. E' stato talmente bravo a combattere l'evasione fiscale che il Paese gli dovrebbe essere grato".
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Trump non vuole l'Europa coesa. Tratta Paese per Paese ed esercita su ciascuno una pressione particolare. Il problema è che Meloni non può essere portavoce o simbolo dell'Europa unita, Trump non lo permetterà mai". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Trump e Musk ne dicono di tutti i colori e attaccano dall'interno i Paesi intervenendo; è il solito quadro: Trump imprevedibile. Prevedo un grande cambiamento. E' finita la globalizzazione economica e Trump tenta quella politica: l'intervento negli affari interni di tutti i Paesi", ha aggiunto.
"La cosa strana è che mentre oggi c'è stata una reazione dell'Onu sulle sue dichiarazioni, non ne ho viste da parte dell'Unione europea. Il problema è che un'UE divisa come oggi non riesce a formare una volontà politica comune; la presidente della Commissione deve mediare e non vuole rompere l'equilibrio. Non dice niente delle interferenze di Trump in Germania, in Gran Bretagna, in Italia. Il sovranismo si ferma all'obbedienza", ha detto ancora Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Starlink, l'accordo col governo gli darebbe in mano tutti i dati che riguardano il nostro Paese. E' il momento che il governo decida se dare in mano ad altri la propria vita". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Il vantaggio di Musk è che ha a disposizione una tecnologia pronta e potente. Non so se il governo firmerà, ma queste cose vanno fatte con una prudenza enorme e garanzie che non credo il nostro esecutivo sia in grado di ottenere. Così come sembrano essere le cose, io non firmerei. E l'idea che il rappresentante di uno Stato come è Musk si impadronisca di una realtà fondamentale di un altro Paese è un rischio enorme per la democrazia", ha aggiunto Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Belloni, posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali. Non ho la minima idea se verrà eventualmente coinvolta nelle istituzioni europee. Lei ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Esprimo la mia felicità vera per il ritorno di Sala, la stessa che ho provato quando liberammo il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo in condizioni analoghe". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Queste contrattazioni sono sempre molto complesse. Certamente c'è stato da Trump una specie di permesso o di tacito consenso. A differenza della mia esperienza, noi gioimmo tutti insieme, col ministro degli Esteri, il governo e anche i servizi. C'era anche la dottoressa Belloni, che aveva organizzato la liberazione; oggi è sembrato un evento molto solitario, solo della Meloni", ha aggiunto Prodi.