Quando ho ascoltato il disco per la prima volta mi sono posta una domanda che forse si sono posti in tanti (o meglio, tante!). Perché il rock melodico è quasi esclusivo appannaggio del genere maschile?
In apparenza non c’è nessun’altra motivazione se non quella che il rock è una cosa da uomini. Quindi non c’è nessuna motivazione.
Ebbene, io vi chiedo: ascoltatevi il disco di Sara Demagistri, “Sarah Stride“, un’artista certamente non improvvisata e con anni di gavetta alle spalle, e venitemi a dire che cosa ne pensate. Ma più che ascoltarvi il disco, ciò che vale la pena è sentirla dal vivo, come ho fatto io a Milano, alla Salumeria della Musica di via Pasinetti Sarah trasmette vibrazioni, talento e buona musica in un involucro sensuale che è un mix del nostro cantautorato al femminile (Consoli, Nannini, Donà) ma con sue caratteristiche peculiari. Un’artista che sa interagire col suo pubblico, che sa coinvolgerlo. Anche i suoi collaboratori non sono da meno e sono tutti protagonisti navigati della scena musicale indipendente italiana: Alberto N. A. Turra (chitarre), che ha curato anche produzione artistica e arrangiamenti del disco, William Nicastro (basso) e Antonio Vastola (batteria). I testi sono invece di Sara e il singolo Metallo è scritto a quattro mani con Melissa P.
«I testi del disco – racconta Sara – così personali, narrativi e pieni di immagini poetiche, sono il racconto di un percorso, di una crescita fatta d’incontri e disillusioni, di perdite e di meraviglia, di dolcezza e determinazione ma soprattutto di confronto e d’incessante dialogo con la realtà e noi stessi».