Province, si cambia. Entro domani le regioni dovranno presentare il piano di riordino, ma da parte dei governi locali è stata attivata una sorta di resistenza, sia attiva che passiva alle decisioni del governo Monti. E’ pronto il decreto: saranno accorpate alle vicine, quelle con meno 350 mila abitanti o un’estensione inferiore a 2.500 chilometri quadrati. Le province tagliate saranno di conseguenza 36, tra cui Benevento, Rovigo e Terni, cui se ne aggiungeranno altre 10 dalle regioni a statuto speciale. Dalla fine di giugno 2013 però ci sarà un commissario a presiediere la transizione anche per gli enti che “non si vedranno toccare i confini”. La nuova mappa dell’Italia amministrativa però non potrà accogliere le richieste di deroga. Per rispettare la spending review non saranno concessi sconti e la nuova cartina del Paese arriverà con un decreto legge all’esame del primo Consiglio dei ministri di novembre. Anche se pendono diversi ricorsi al Tar e alla Corte costituzionale.

Allo stato soltanto Emilia Romagna e Liguria hanno rispettato i tempi e messo sul tavolo una proposta in linea con le indicazioni del governo Monti. Il resto delle regioni chiederà deroghe e invierà una proposta fuori dai paletti fissati. Secondo il Sole24ore sarà il Pirellone, alle prese con la formazione della nuova giunta targata Formigoni, a presentare più deroghe: le eccezioni dovrebbero riguardare Monza-Brianza, Sondrio e Mantova. In particolare Sondrio come del resto Belluno, entrambe con il territorio interamente montano, potrebbero essere le uniche a vedersi concedere una deroga.

Il Veneto, avrebbe dovuto cancellare Rovigo, Belluno, Padova e Treviso, ma per ora non ha effettuato nessun riordino. Anche il Lazio, ricorrente al Tar, ha deciso di non seguire le linee indicate dal governo. In prospettiva ci sono gli accorpamenti di Viterbo a Rieti e Latina a Frosinone e naturalmente la costituzione della capitale a città metropolitana. La Toscana propone la deroga della fusione di Prato con Pistoia. In agenda le fusioni di Pisa, Massa Carrara, Livorno, Lucca. Arezzo dovrebbe mantenere il suo status mentre Firenze sarà città metropolitana. La Basilicata chiede di no cambiare oppure, “per evitare un grave squilibrio secondo il primo cittadino di Matera, Matera capoluogo di provincia e Potenza capoluogo di regione. L’Umbria propone di trasferire alcuni comuni da Perugia a Terni. La Campania vorrebbe salvare Benevento per ragioni storico-culturali, ma è previsto l’accorpamento con Avellino. Il Molise chiede deroga per Isernia, le Marche per Macerata, a cui mancano poche migliaia di abitanti rispetto a quanto chiesto dal Governo. La Puglia non ha presentato un piano di riordino nei piani del governo gli accorpamenti riguaradano Foggia/Barletta/Andria/Trani, e Taranto con Brindisi. La Liguria pensa a Genova città metropolitana, La Spezia provincia, Savona e Imperia accorpate. Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia sono a statuto speciale invece per il riordino hanno ancora tre mesi di tempo, fino a gennaio 2013.

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