Parte subito con l’attualità politica Michele Santoro nella sua nuova stagione televisiva, da quest’autunno su La7: giovedì sera ospiti in studio a Servizio pubblico saranno Matteo Renzi, Gianfranco Fini e Diego Della Valle. Titolo della puntata, che Santoro in conferenza stampa ha definito come provvisorio, sarà “Ladri di Stato”. Un titolo, ha spiegato il giornalista, “volutamente ambiguo, perché non si riferisce solo alle ruberie ma anche all’aver sottratto in tutti questi anni ai cittadini la fiducia nelle istituzioni. Quindi, ladri della fiducia e della speranza”. Il conduttore ha anche ventilato l’ipotesi che questo possa essere il suo ultimo anno di conduzione: “Vorrei dedicarmi a progetti più complicati, ma servirebbe qualcuno che che me ne desse la possibilità”.
Il programma di Santoro andrà avanti in questa prima tranche fino alla vigilia di Natale, quindi a gennaio su La7 ripartirà PiazzaPulita di Corrado Formigli fino a metà marzo, quando poi ripartirà nuovamente Servizio pubblico e così via l’alternanza, o staffetta, fino all’estate, per un totale di 54 prime serate di approfondimento informativo assicurate da La7 il giovedì. La particolarità di questa nuova avventura di Santoro è rappresentata dal fatto che si tratta di una collaborazione tra il gruppo di lavoro del conduttore e la rete di Telecom, come ha spiegato anche Paolo Ruffini, direttore della rete. Santoro ha definito La7 “una carta spendibile per costruire il futuro”, aggiungendo comunque che “il paradosso è che siamo alla vigilia del futuro e però, quasi come una maledizione, siamo anche zavorrati al passato. Però il cambiamento prima o poi esploderà ed è importante la scommessa giocata sul futuro”.
Il filo conduttore di Servizio pubblico, ha spiegato Santoro, sarà la “ricerca del leader che non c’è. Il Paese vive la delusione, anche repulsione, dalla politica. C’è possibilità per operare e sperimentare. Se la politica vuole mantenere un rapporto con la gente, ha le opportunità per farlo. Non esiste più la maggioranza silenziosa, noi imporremo al centro della stagione televisiva di quest’anno un esperimento, come finora negli anni abbiamo accompagnato il Paese per un pezzo di storia importante”.
Per contro delle scosse alla politica sono arrivate: “Se non ci fossero Renzi e Grillo, l’Italia sarebbe ancora preda della stagnazione. I due hanno aperto una discussione enorme da cui si può uscire con soluzioni. Renzi e Grillo hanno agitato le acque, hanno generato uno shock nel sistema”. “Faccio fatica ad accettare il termine rottamazione, non credo che una nuova classe dirigente sia semplicemente sostituire i giovani ai vecchi – precisa Santoro – In realtà una volta c’erano i collegi elettorali e ognuno di noi poteva scegliere autonomamente a chi dare il proprio consenso. Invece l’elettorato in questo Paese è stato sempre umiliato e calpestato. Nella polemica su D’Alema-Renzi è insopportabile, da parte di D’Alema, che lui dimentichi che la sua elezione derivi o no da un collegio elettorale”. Secondo Santoro, “si sono costituiti i partiti personali ed è lì che si e’ consolidata la casta dei professionisti della politica che ha generato rigetto nella popolazione”.
Ruffini si è detto orgoglioso del fatto che Servizio pubblico vada in onda su La7 (andrà anche in streaming, in diretta anche su Radio Radicale e viene realizzata con la collaborazione inoltre del Fatto quotidiano, ndr) per due motivi in particolare. “Il primo – ha detto Ruffini – è perché si conclude un percorso che con modalità diverse poteva anche farsi l’anno scorso; secondo, per La7 rappresenta il compimento di una operazione condotta da tempo e quindi poter completare una offerta informativa così ampia. Altre emittenti hanno inseguito un tipo di programmazione che parta ad agosto e finisca con la successiva estate, garantendo continuità come deve essere da parte di chi fa informazione. A Santoro viene data dall’editore la garanzia della massima libertà, e spero che questo sia l’inizio di una lunga collaborazione tra La7 e Santoro come produzione di informazione libera”. Tutto questo è stato possibile “perché La7 ha lavorato con impegno e passione a questo progetto, La7 ci crede e lo considera non come una cosa casuale. Questa è una rete che ha l’identità di chi crede nei progetti, è una tv che ha un senso e il fatto che ci sia Michele è per noi importante”.