Il gruppo di hacker, come riportato dall'Espresso, è riuscito ad entrare nei server della Polizia di Stato, scaricando e diffondendo 1,3 giga di dati. Dentro c'è di tutto: dalle buste paga ai numeri di telefono di alcune squadre, dal monitoraggio della galassia no tav ai codici di comunicazione. Un leak in piena regola
“Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro. Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail, alcune delle quali dimostrano la vostra disonestà (ad esempio una comunicazione in cui vi viene spiegato come appropriarvi dell’arma sequestrata ad un uomo straniero senza incorrere nel reato di ricettazione). Il livello di sicurezza dei vostri sistemi, al contrario di quanto pensassimo, è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta. Is there any problem, Officer?”.
Si apre con questo messaggio la schermata del blog di Anonymous Italia con cui si annuncia una azione contro il sito della polizia di Stato. L’intrusione, anticipata dal sito dell’Espresso, ha portato a violare, e mettere in rete, circa 3500 documenti, 1,3 gigabyte di dati, ora “tranquillamente” consultabili dal sito del gruppo hacker. Dentro si può trovare veramente di tutto. Dai moduli pre-stampati per gli stipendi fino alle liste di agenti, i numeri di telefono (cellulari) dei componenti di alcune squadre, persino le mail personali degli agenti alle loro mogli o fidanzate. Insomma, un leak in piena regola. I cui elementi più significativi riguardano la sfera No-Tav, i suoi attivisti e il loro monitoraggio. Come nella relazione inviata dalla Questura di Torino al ministero dell’Interno in cui si descrivono le varie entità politiche dell’area. Sigle, ma anche nomi dei leader e informazioni su di essi. Come Luca Abbà, l’attivista precipitato da un traliccio dell’alta tensione nello scorso febbraio. Proprio la dinamica della caduta figura in una relazione di un dirigente di polizia presente sul posto.
Senza contare i materiali sugli agenti sotto copertura. Uno in particolare, riporta l’Espresso, si intitola “agente provocatore”. E sembra essere l’esame, scritto da un giurista, della posizione giuridica degli infiltrati delle forze dell’ordine qualora prendano parte attiva in azioni illecite. E poi disposizioni sulle comunicazioni, comunicati di protesta dei sindacati interni, dettagli su visite dell’Interpol: il mondo della polizia aperto e reso pubblico.