Non so per quale motivo abbia attivo un servizio di nius via essemmesse, una maniera in più per essere aggiornato in qualsiasi istante sugli orrori del mondo. Perché privarmene? E’ gratis. Ogni tanto sento un bip, estraggo l’Aifon dalle tasche e leggo cosa c’è scritto. Se il messaggio è eclatante lo condivido verbalmente con chi mi è vicino, altrimenti faccio elimina e tutto va a finire in quel fantastico luogo che si chiama dimenticatoio.
Oggi pomeriggio, ad esempio, mi è arrivato questo “Ministro Fornero: giovani non siano troppo choosy (schizzinosi) nella scelta del primo impiego, non sono in condizioni di esserlo”.
Ma siamo matti? Io invece consiglierei ai giovani (categoria alla quale non appartengo da 18 anni) di essere schizzinosissimi e di evitare di andare a lavorare gratis o sottopagati, tanto ci pensano i genitori a lavorare al loro posto e non sarà certo un impiego qualsiasi privo di ogni motivazione a renderli realizzati, felici e autonomi.
Giovani! Ascoltate un adultolescente di 44 anni, padre di famiglia con ancora almeno 26 anni di lavoro davanti a sé (forse). Si va a lavorare motivati e soprattutto retribuiti, altrimenti è meglio lasciar perdere che la vita è troppo lunga (in alternativa lavorate gratis per voi, aprite una startap da un euro…). Cominciate a dire più no, smettetela di andare a lavorare otto ore al giorno per due-trecento euro al mese credendo che sia un’opportunità. “Poi vedrai che ti assumeranno… tieni duro” vi dirà il papà bancomat e la mamma bebipensionata da una vita.
Cazzate. Ma tieni duro cosa? Ma vedrai cosa? Rifiutate sempre queste trappole che vi fan solo perdere tempo e spendere soldi (andare a lavorare costa) sia a voi che ai vostri genitori.
Se siete giovani e non avete un bisogno impellente di un impiego, dovete solo trovare una professione che vi piaccia, non importa quale. Questo è il vostro compito. Fine. Qualche lavoretto di qualche ora si, ma sempre pagati. E’ importante.
Non abbiate fretta, amatevi, ascoltatevi e non date retta alla prima ministra in brodo che vi dice cosa è meglio per voi. Pena: la vostra infelicità che inevitabilmente si ripercuoterebbe sulla società rendendola ancor più rancorosa e tristanzuola di quello che già è. Se poi siete così fortunati che potete non lavorare per tutta la vita e la situazione non vi pesa, beati voi, Continuate così e lasciate liberi posti di lavoro per chi ne ha più bisogno.
Non sentitevi di vivere alle spalle dei genitori, cancellate questo inutile senso di colpa che tanto, un giorno, quando ahimè non saranno più autosufficienti avranno bisogno di voi e vi presenteranno il conto con gli interessi.
Non state a perdere tempo con sterili, inutili rancorosi paragoni tra voi e la figlia della ministra “Ha due posti fissi: insegna nell’ateneo dei genitori e guida una fondazione finanziata dalla Sanpaolo, di cui la madre era vicepresidente”. Sarà vero? Falso problema, non ne vale la pena ingastrirsi così. Date retta a me e ricordate sempre le parole di un giovane e saggio Benedetto XVI (all’epoca senza futuro)
“È parte dell’essere giovane desiderare qualcosa di più della quotidianità regolare di un impiego sicuro”
Ma cosa ve ne frega della figlia della Fornero che non sapete nemmeno che faccia abbia? Via questi futili pensieri. Pensate più a voi stessi. Chiedetevi cosa volete, chiedetevi cosa non volete e smettetela di mitizzare le modeste storie eroiche del passato tutte uguali tipo “Terminati faticosamente gli studi, mio papà mi mandò a lavorare (in regola, con i libretti) in un’officina a tornire ghisa. Quella fu la credenziale (giovane con voglia di lavorare) che mi favori consentendomi di avere dopo alcuni mesi un discreto impiego”.
Bellissimi racconti di successo, certo. A tratti commuoventi, ideali per poter fare debiti a lungo termine e andare a vivere a Funo di Argelato (Bo), stimoli vinteg per la crescita e i consumi. Magari ci fosse ancora quel mondo lì, forse in alcuni settori c’è ancora, chissà, ma cari giovani, i tempi sono cambiati e mi sa che se i vostri influenti genitori non cominciano a dirvi “Bravo/a” ogni volta che rifiutate un lavoro senza prospettive da due-trecento euro al mese, voi con la vostra testa non ci arrivate mica e vi ritroveremo come le star a frignare sui social not-uorc che lavorate gratis, che guadagnate poco e che non avete un futuro. Da che mondo e mondo chi è choosy, anzi ciusi, non ha bisogno di lavorare. E’ una conseguenza del benessere diffuso ed è bene saperlo per non smarrirsi.