Dalla penna alla scopa, dalle pagine di un giornale al ramo pulizia. O, in alternativa, a un posto da spolpatore nel reparto carni. L’invito del ministro Elsa Fornero (“Cari giovani sul lavoro siate meno schizzinosi”) non sembra poter riguardare i giornalisti, almeno non quelli della cooperativa Logistica Transport di Modena che hanno ricevuto la singolare offerta: perso il lavoro, lasciare il taccuino e impegnarsi con ramazza o mannaia da macellaio. Un cambio di professione decisamente repentino e piuttosto inusuale , come la proposta. Tutto è accaduto in poche settimane.
Ai primi di ottobre otto giornalisti che lavoravano presso il service The Media House, società che realizza ‘chiavi in mano’ il settimanale Ora (di Ediplanet) e il mensile Bella (edizioni Dea), hanno trovato la redazione milanese chiusa: il service, senza comunicarlo, ha deciso di trasferire altrove la ‘cucina’ dei giornali così da ridurre i costi. Gli otto redattori (un grafico, due giornalisti praticanti e cinque professionisti) si sono rivolti al sindacato denunciando quanto loro accaduto e hanno così scoperto che oltre ad aver perso il lavoro, il contratto a tempo indeterminato che avevano firmato con la società in realtà non era mai stato registrato. Uno di loro, inoltre, era stato impiegato attraverso una cooperativa di Modena, la Logistica Transport che, saputo del suo ‘dipendente’ rimasto inoccupato, ha provveduto a offrirgli un altro impiego: nel ramo pulizie o come spolpatore nel reparto carni.
La lettera è fin troppo chiara. “Alla rinuncia del contratto con la committente The Media House srl, dove vedeva la sua figura richiesta , siamo lieti di comunicarLe l’opportunità di lavorare presso il nostro ramo pulizie. Nel caso in cui le pulizie non siano consone alla sua figura Le possiamo proporre nel reparto Carni un posto come spolpatore. In attesa di un suo sollecito riscontro, il nostro rapporto di lavoro continuerà nei termini di legge”. I giornalisti hanno avviato l’iter legale per rivalersi sul service Media House che, oltre a non aver mai registrato il contratto e averli sostanzialmente licenziati, non pagava gli stipendi dallo scorso settembre né ha corrisposto indennità di fine rapporto né il mancato preavviso, così come non ha mai versato alcun contributo. Non solo, ma l’editore indicato come referente per il giornale Ora, Fabio Piscopo, ha fatto sapere che nulla ha a che fare con il periodico. Quindi deve essere individuato il vero proprietario. Nel frattempo gli otto giornalisti, non avendo ricevuto i versamenti dei contributi, non potranno godere neanche degli ammortizzatori sociali previsti.
da Il Fatto Quotidiano del 23 ottobre 2012