"Congelate" dai finanzieri del Gico le quote di due alberghi di Villa San Giovanni di proprietà di due imprenditori, Pasquale Rappoccio e Pietro Siclari, arrestati nell'ottobre del 2011: secondo l'inchiesta sono legati alla 'ndrangheta
I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria, hanno sequestrato beni per 230 milioni di euro a due imprenditori reggini accusati di legami con la ‘ndrangheta. Tra i beni sequestrati anche le quote societarie di due noti alberghi della zona. Le strutture “congelate” sono il Grand Hotel de la Ville, uno dei più noti alberghi della Calabria, e il Plaza, entrambi a Villa San Giovanni. I beni, secondo l’accusa, sono riconducibili ai noti imprenditori reggini Pasquale Rappoccio e Pietro Siclari, di 56 e 65 anni, entrambi già detenuti dopo essere stati arrestati nell’ottobre dello scorso anno nell’operazione Reggio Nord condotta dai carabinieri con l’accusa di avere riciclato i soldi della cosca Condello nell’acquisto di attività economiche.
In particolare, secondo la Dda i due avrebbero acquistato l’attività commerciale Il Limoneto, a Catona di Reggio Calabria, comprendente un albergo ed una discoteca, che sarebbe stata controllata in realtà, in modo occulto dal boss Domenico Condello, arrestato il 10 ottobre scorso dopo 21 anni di latitanza, e dal cognato Bruno Tegano. Siclari, all’epoca, era già detenuto perché coinvolto in un’altra operazione portata a termine dalla Dia nel novembre del 2010 sui rapporti tra cosche ed imprenditoria. Rappoccio è un imprenditore noto a Reggio Calabria, rappresentante dell’impresa Medinex per la fornitura di medicinali e condannato, il 6 ottobre scorso, ad un anno e quattro mesi di reclusione dal Tribunale di Locri per presunti illeciti in alcuni appalti da parte dell’Azienda sanitaria di Locri. Rappoccio è stato anche presidente della squadra di pallavolo femminile di Reggio che per un periodo ha portato proprio il nome della Medinex.
L’inchiesta che ha portato al sequestro dei beni eseguito oggi, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai pm Giuseppe Lombardo e Stefano Musolino, è nata in seguito all’arresto dei due imprenditori. I successivi accertamenti patrimoniali effettuati da guardia di finanza e Dia hanno portato a ricostruire il capitale di Siclari e Rappoccio.