Proprio come prevedevo, la storia delle tre prove di Obama – i tre confronti televisivi con Romney – è giunta stanotte al lieto fine: stando al sondaggio della CNN Obama ha vinto per il 48% dei telespettatori che hanno visto il dibattito, contro il 40% a favore di Romney; stando a quello della CBS sono per Obama addirittura il 53% contro un misero 23% per Romney.
Lo storytelling più avvincente di un percorso a tre prove prevede infatti questa sequenza: dura sconfitta, faticosa rimonta, trionfo finale. Ebbene, la dura sconfitta di Obama nel primo dibattito c’è stata, la faticosa rimonta nel secondo pure. La puntata finale, invece, dal mio punto di vista non è stata il trionfo sfolgorante che poteva essere. Obama ha vinto, è vero, ma non ha messo Romney ko, perché questi si è dimostrato abile, o almeno più abile di quanto Obama si aspettasse, specie dopo i pasticci dell’ultimo periodo.
Perché abile? Perché si è presentato come moderato mentre nei mesi precedenti era sempre apparso molto spostato a destra; perché pronto a contraddirsi e dare ragione a Obama pur di evitare attacchi nel settore in cui è più debole di lui (la politica estera); perché capace di ricondurre sempre il focus all’economia, dove Obama sconta gli anni di crisi mentre lui può promettere miracoli; perché in chiusura ha fatto salire sul palco tutta la sua tribù, con parenti e bambini, e là in mezzo Obama e Michelle parevano davvero soli.
Insomma Romney sa bene che in comunicazione le contraddizioni e le menzogne, se ben presentate, possono far leva sulla memoria corta degli elettori e che vendere sogni («assieme usciremo dalla crisi») può far leva sul bisogno di speranza che tutti hanno, specie nei periodi più bui. Questi ingredienti possono fare breccia, non è detto che ci riescano.
Come non è detto che Obama alla fine vinca le elezioni perché le storia delle tre prove mediatiche è finita bene. Non solo perché mancano due settimane e molte cose possono ancora succedere, ma perché la comunicazione è necessaria, ma non è sufficiente. Specie se entrambi i contendenti, in comunicazione, sono molto ferrati.