La Commissione Grandi Rischi si riunì il 31 marzo 2009 a L’Aquila, su richiesta dell’allora Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso. L’obiettivo era di fornire ai cittadini abruzzesi le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica che era in corso. Una riunione farsa, gli esperti si incontrano con il chiaro scopo di tranquillizzare la popolazione ed evitare il panico. E’ per ragioni squisitamente politiche che viene organizzata questa operazione mediatica. Il risultato della riunione del 3i marzo è riassunto in uno stringato verbale, nel quale Boschi definisce “improbabile una scossa come quella del 1703”, pur rimarcando che “non si può escludere”. Dal testo si deduce che i massimi sismologi italiani si riuniscono a L’Aquila per dirsi quel che per loro ovvio, e cioè che i terremoti non si possono prevedere. Ma l’imprinting di Bertolaso ottiene il suo effetto, se all’opinione pubblica passa un messaggio rasserenante. Ma c’è di più. Il 16 settembre Boschi denuncerà in una lettera che quel verbale è stato redatto e firmato non la sera dell’incontro, ma in una nuova riunione convocata a L’Aquila il 6 aprile, subito dopo il sisma. Come conferma lo stesso Boschi nell’intervista rilasciata a Sabina Guzzanti per il film Draquila
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