Cronaca

Inchiesta Penati, la Finanza arresta architetto Sarno per concussione

Per il professionista la Procura aveva già chiesto il rinvio a giudizio. Secondo i pm di Monza l'uomo, considerato un collettore di tangenti, avrebbe, con l'aiuto di un pubblico ufficiale, costretto un imprenditore immobiliare a stipulare un contratto di consulenza del valore di un milione di euro per la presentazione di progetti edilizi, in precedenza respinti

C’e’ un nuovo sviluppo che riguarda un “vecchio” indagato dell’inchiesta della Procura di Monza sul sistema Sesto: un meccanismo di corruzione che tra gli imputati l’ex presidente della Provincia Filippo Penati. In manette questa mattina è finito l’architetto Renato Sarno, accusato di concussione. Gli uomini della Guardia di Finanza gli hanno notificato un ordine di cattura firmato dal gip Anna Mapelli. Secondo i pm Mapelli e Franca Macchia il professionista, considerato un collettore di tangenti, avrebbe, con l’aiuto di un pubblico ufficiale, costretto un imprenditore immobiliare a stipulare un contratto di consulenza del valore di un milione di euro per la presentazione di progetti edilizi, in precedenza respinti.

Lo scorso dicembre a Sarno era stato sequestrato un prospetto considerato dagli inquirenti una ‘prova’ del meccanismo con cui venivano ‘ritagliati’ i contributi che sarebbero stati destinati a Penati per la sua campagna elettorale. Gli inquirenti avevano trovato un file excel relativo a una fattura ‘gonfiata’ per un importo di circa 1,2 milione di euro che aveva offerto nuovi spunti investigativi nel filone di indagine sulla Milano-Serravalle. Nel tabulato rinvenuto nel computer del professionista ritenuto dai pm si faceva riferimento ad un progetto del novembre 2008 per la realizzazione di aree di servizio dei tir in autostrada (”tir caravan”) conferito dalla società Sina del Gruppo Gavio a Sarno per un compenso di 3,2 milioni di euro. Nella tabella excel si leggeva che ai 3,2 milioni di euro viene sottratto 1,2 milioni, per l’accusa, l’importo sovrafatturato il quale, al netto delle tasse e tolte altre somme diversamente spartite, porta a un ammontare di 458.697 euro. Tale cifra coincide con quella indicata nel prospetto riassuntivo generale, sempre trovato a Sarno, sotto la voce Sina e con la dicitura ”tramite Renato”. Prospetto riassuntivo in cui è segnalato un totale di 1,4 milioni di euro, somma che secondo l’ipotesi degli inquirenti sarebbe stata destinata a Penati per le spese elettorali. 

La Procura di Monza, lo scorso 1° ottobre, ha chiesto al giudice per l’udienza preliminare per Penati, il suo braccio destro Giordano Vimercati. Le accuse contestate sono corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti nell’indagine su un presunto giro di tangenti sulle aree ax Falck e Marelli. Il processo è stato chiesto, per l’ex segretario generale della Provincia di Milano Antonino Princiotta, per l’imprenditore Piero Di Caterina – colui che avrebbe finanziato il partito salvo poi chiedere indietro il denaro a Penati – , per il vice presidente del Consorzio Cooperative Costruttori Omer Degli Esposti, per l’amministratore del gruppo Gavio Bruno Binasco, per l’architetto Renato Sarno appunto e l’ex amministratore delegato di Milano Serravalle Massimo Di Marco. E ancora per l’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, il presidente della Banca di Legnano Enrico Corali, i due imprenditori Enrico Intini e Roberto De Santis, per Agostino Spoglianti, ai vertici del gruppo Sina e per Marco Gadaleta e Paolo Golzio amministratori di Energia e Territorio e di Energrid. Questi ultimi fanno parte di coloro che hanno versato contributi in modo irregolare a ”Fare Metropoli” l’associazione definita ”mero schermo destinato ad occultare la diretta destinazione delle somme”, per un totale di 360 mila euro, a Penati in vista delle elezioni provinciali e regionali del 2009 e del 2010.