Unico responsabile del buco da record, quasi 5 miliardi di euro, provocato a una delle maggiori banche mondiali, causa spregiudicati giochini in Borsa? Oppure vittima di un sistema, che con quei giochini ha fatto palate di soldi, utilizzando e strumentalizzando un “povero Cristo”, alle prese con miliardi e miliardi di euro? Oggi la giustizia francese su Jerome Kerviel, alias il trader di Société Générale, la sua risposta l’ha data. E la sentenza d’appello emessa dal Tribunale di Parigi sposa completamente la prima versione dei fatti: unico responsabile dei fatti il tecnico informatico, per il quale si dovrebbero aprire le porte della prigione.
La sentenza in primo grado nel 2010 aveva condannato Kerviel a cinque anni di prigione, di cui tre senza condizionale, più il rimborso dei soldi fatti perdere alla banca: una cifra abissale (4 ,9 miliardi di euro), che ovviamente il trader, originario di una famiglia modesta della profonda Bretagna e ora disoccupato, non potrà mai restituire. Ebbene, oggi i giudici parigini hanno confermato in appello la sentenza. Non hanno emesso l’ordine di carcerazione, ma, secondo la giustizia francese, anche nel caso di un ricorso in Cassazione, questo non dovrebbe impedire che le manette scattino ai polsi dell’ex trader nei prossimi giorni. Lui, con lo sguardo severo, tesissimo, ha lasciato con discrezione il Palazzo di giustizia di Parigi.
Facciamo un passo indietro. A quel 24 gennaio 2008, quando la verità a Parigi venne fuori. Un trader assolutamente sconosciuto ai più, uno dei tanti giovani (è nato nel 1977) che sbraitano e pestano sui computer, nelle sale operative della SocGen, si era esposto fino a 50 miliardi di euro, una cifra che aveva rischiato di far saltare l’intero sistema finanziario o comunque di assestargli un colpo niente male. Alla fine le perdite si erano “ridotte” a 4,9 miliardi di euro, una mazzata comunque smaltita dalla banca, che continuava a macinare solidi utili, grazie anche alla sua attività allo sportello, quella del francese medio, fedele correntista di un istituto all’apparenza serio e prudente.
Kerviel ha causato il patatrac agendo sul mercato dei derivati, quegli strumenti sofisticati e velenosissimi che in soldoni scommettono sull’andamento di altri titoli, moltiplicando guadagni e perdite: una lotteria ad alto rischio che si è sviluppata a dismisura nel decennio scorso e che è considerata una delle causa delle ultime crisi finanziarie. E un’attività, va sottolineato, che continua ancora oggi a essere ampiamente florida.
Il giovane trader “impazzito”, come lo definiscono i media francesi, si è difeso ricordando che i suoi superiori sapevano dei rischi che prendeva e hanno lasciato correre perché per mesi e mesi la sua attività aveva portato floridi profitti a Société Générale. Questa è stata la linea di difesa adottata da Kerviel sia nel processo di primo grado che in quello di appello. Anzi, in quest’ultimo, quando ha cambiato difensore, optando per l’aggressivo David Koubbi, una sorta di avvocato dello star-system in quel di Parigi, Kerviel è arrivato a definirsi “vittima di una macchinazione”. Insomma, i dirigenti di SocGen l’avrebbero espressamente spinto a prendere rischi enormi, così da poter scaricare su di lui le perdite che in quei mesi si stavano accumulando a causa dei subprime, la bolla dei crediti ipotecari americani, all’origine della crisi dell’autunno 2008 di cui paghiamo ancora oggi le conseguenze.
L’avvocato Koubbi ha portato anche in aula un testimone al riguardo, ex dipendente della banca. Ma non è stata presentata nessuna prova effettiva sul fatto che i superiori di Kerviel sapessero. L’ex trader, durante una delle udienze, si era definito “come un criceto preso dalla ruota, che girava sempre più velocemente”: vittima, appunto, del sistema. Nell’udienza finale, nel giugno scorso, aveva anche “domandato scusa ai lavoratori della rete bancaria” di Société Générale. Poco dopo la pm, Dominique Gaillardot, aveva invece chiesto “una pena esemplare e dissuasiva” visti questi tempi di crisi con i mercati senza regole. Ebbene, i giudici hanno sposato pienamente questa linea. Jerome, unico, folle responsabile dell’accaduto. Intanto il sistema puo’ continuare a girare. Come sempre.