“L’amor che move il sole e l’altre stelle” ha portato fantozzianamente il povero Silvio ad arretrare: “Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora”. Folies d’amour dunque, che ripercorre tutta la sua carriera, legata indissolubilmente a quel filo rosa che diventa metafora del tanga con cui innamorate ballerine hanno sfoggiato i loro b-side durante le mitologiche feste del dio Cupido.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” cantava Dante, ma Apicella non era da meno, foraggiato dall’erculea prestanza fisica del nostro ex premier che afferma nel suo comunicato: “Ho ancora buoni muscoli”. Ma i muscoli, come un vero uomo sa bene, non bastano. Dismessi i panni del “più forte di Carnera”, Berlusconi insiste: “Ho ancora un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività”, si è trasformato in un vecchio saggio assurgendo mitologicamente nell’Olimpo delle divinità a-storiche. “Eros sconvolge la mia mente” diceva la poetessa greca Saffo, come dar torto quindi al neo saggio Silvio se, folle d’Amore come in una poesia della Merini, ci ha regalato tanti anni di impegno profuso senza riserve?
“L’amor e il cor gentile” del neo saggio lo spinge irrefrenabilmente a parlare ancora di libertà, il suo amore più segreto, più mordace, più sensuale, ed ecco che arriva l’apertura alle primarie: “Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera”. No, malfidati, non sarà una gara atta a misurare le prestazioni fisiche del futuro Re di Bunga Bunga, ma una vera e propria competizione democratica “tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni”.
E se il poeta J. Donne scriveva: “Per nessun altro, amore, avrei spezzato questo beato sogno”, anche Silvio non è da meno, perché solo l’Amore può portarlo a scrivere: “Ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali”. Donne gli risponderebbe: “Buon tema alla ragione, troppo forte per la fantasia. Fosti saggia a destarmi. E tuttavia tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi…”.
Ed è ancora “per Amore e solo per Amore” che Silvio, così accecato dal sentimento ha il coraggio folle di dire: “Abbiamo costruito un’Italia in cui non si regna per virtù lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma ’populista’ è la più importante nella storia dei centocinquant’anni dell’unità del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica”.
Talmente innamorato da usare anche il termine “populista”, vi rendete conto? Riuscite a cogliere i sentimenti profondi e la carica erotica e afrodisiaca della psiche di questo uomo? No? Peggio per voi perché lui afferma: “Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell’opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell’Italia. Ma da questa sindrome infine rivelatasi paralizzante siamo infine usciti con la scelta responsabile, fatta giusto un anno fa con molta sofferenza ma con altrettanta consapevolezza, di affidare la guida provvisoria del paese, in attesa delle elezioni politiche, al senatore e tecnico Mario Monti, espressione di un Paese che non ha mai voluto partecipare alla caccia alle streghe”. Come ho scritto più volte il narcisista negherebbe fino alla morte, fino all’assurdo una colpa. Con questo comunicato Berlusconi tenta di stravolgere la realtà e di prendersi il merito di riforme mai avviate e mai realizzate. Ma lo sappiamo, lui sbaglia per Amore e parafrasando Catullo possiamo rispondergli:
“Viviamo e amiamo:
tutte le chiacchere dei vecchi brontoloni
– lasciale perdere, non valgono una lira.
Tramonta il sole e poi ritorna:
per noi, quando la breve luce è tramontata,
solo rimane il sonno di una notte senza fine.”
Che la notte del suo impero sia senza fine dunque, auguriamocelo perché una plastica facciale mediatica può nascondere cattive intenzioni.