La polemica riguarda la tassazione una tantum decisa ieri in Commissione sui redditi oltre i 150 mila euro per ampliare il fondo a tutela dei lavoratori rimasti senza pensione. Per il vicepresidente degli industriali Aurelio Regina: "Si colpisce una fascia di popolazione che è l'unica che spende"
“La tassa del 3% sui redditi oltre i 150mila euro per finanziare il fondo per gli esodati è alquanto iniqua, anche perché si aggiunge al prelievo previsto dal decreto ‘Salva Italia’”. Lo ha detto il vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina, a Radio Anch’io. Regina si riferisce alla decisione di ieri in Commissione lavoro alla Camera che ha stabilito il prelievo una tantum sui redditi oltre 150mila euro per ampliare il fondo sui lavoratori esodati, cioè per tutti i lavoratori che andati in pensione si sono ritrovati senza introiti a causa della riforma delle pensioni.
Regina ha poi spiegato che la tassa colpisce “una fascia di popolazione che è l’unica che spende” e, pertanto, rappresenta “un’ulteriore minaccia” per i consumi. Nella stessa trasmissione è diverso il parere del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: “Bisogna trovare una soluzione alla questione esodati e – ha spiegato – e il Parlamento ha dato un’indicazione credibile”.
D’accordo anche il leader della Cgil Susanna Camusso: “‘E’ il segno di una necessità che il parlamento conferma affinché si dia una soluzione al problema degli esodati che è una profonda ingiustizia che continua a permanere”. ”Appare positiva – ha aggiunto da Firenze la Camusso – l’indicazione di un meccanismo di solidarietà per chiedere a chi ha di più in questo Paese di contribuire”. Certo ha poi avvertito ”poi bisogna trovare le soluzioni tecniche”.