Già nel 2010 il tour li aveva portati a Nonantola, in provincia di Modena, facendo registrare il sold out. E il 26 ottobre, a distanza di un anno e mezzo, tornano in Emilia Romagna gli Europe, band svedese che a metà degli anni Ottanta imperversò dentro e fuori il vecchio continente con The final countdown. Si profilano oggi con un curriculum che comprende 20 milioni di album venduti a cui se ne aggiungono altrettanti di singoli (la metà circa riguardano solo la hit che li ha resi celebri) per presentare in quattro date italiane l’ultimo lavoro, Bag of bones, quarto lavoro dopo la reunion di 9 anni fa.
Oltre alla tappa al Vox Club di Nonantola, dove suoneranno a partire dalle 21, c’è stato il 25 ottobre Firenze e a seguire il 27 compare il Gran Teatro Geox di Padova per chiudere a Milano sul palco dell’Alcatraz. E se ad ascoltarli non ci saranno più le teenager che in deliquio li avevano accolti nel settembre 1986 al gran finale veronese del Festivalbar, i precedenti appuntamenti tricolore avevano già fatto registrare il tutto esaurito, quando avevano presentato Last look at eden.
Origini nell’hard rock scandivano scivolato poi verso sonorità più pop, la band si ripresenta oggi nella formazione originale che, alla soglia dei 50, comprende alla voce il leader storico del gruppo Joey Tempest (alias Joakim Larsson), il chitarrista da cui tutto iniziò John Norum, il tastierista Mic Michaeli, il bassista John Leven e il batterista Ian Haughland. Gli annali degli Europe, che solo nel 1982 assumeranno questo nome in omaggio al disco Made in Europe dei Deep Purple, fanno risalire gli esordi alla fine degli anni Settanta quando, nella più classica delle saghe rock, la composizione iniziale del gruppo si muove con promettente talento nell’underground musicale svedese.
Poi l’aggancio con Larsson perché serve un cantante e, per quanto lui militi già in un’altra formazione, i Roxanne, accetta nonostante tra i due gruppi ci sia competizione. Il nuovo componente arriva, ruba la fidanzata al bassista di allora, Peter Olsson, che lascia il gruppo, ma si fa apprezzare dagli altri per i pezzi che scrive e per la capacità di riempire il palcoscenico nelle esibizioni dal vivo. Così arriva il 1982, anno in cui inizia il “vero” countdown verso il successo con il primo contratto e la svolta giunge 4 anni più tardi. Dopo il passaggio a un’etichetta che risolverà i problemi economici e una collaborazione di Larsson-Tempest (il nome d’arte è un tributo a William Shakespeare) con gli Scorpions, arriva The final countdown e a quel punto la fama degli Europe diventa internazionale, nonostante o forse grazie al passaggio a brani più melodici.
Il seguito racconta di un cambio di formazione, con Kee Marcello che prende il posto di John Norum, nuovi album e alla fine lo scioglimento nel 1992, determinato da vari fattori: la frustrazione per non aver mantenuto un livello di apprezzamento simile al passato, la voglia di tornare alla composizione originaria e problemi con le tasse svedesi, dopo aver deciso di far base fiscale tra Nassau, nelle Bahamas, e l’Irlanda. Questa sarà una vicenda che si trascinerà a lungo con alterne vicende, soprattutto per Tempest.
Ma il 2000 – correva il giorno 14 aprile – è stato quello in cui la riunificazione degli Europe sembrava assumere contorni concreti, dopo essersi esibiti all’Hard Rock Cafè di Stoccolma. Di fatto per il ritorno della banda si dovrà attendere il 2 ottobre 2003, quando diventa ufficiale che i vecchi musicisti sono di nuovo insieme. La ripartenza è affidata ai successi del periodo 1983-1992, ma presto arrivano le nuove produzioni, Start from the dark, Secret society, Almost unplugged, Last look at eden fino al recente Bag of bones. E con gli album tornano le tournée, che dopo la tappa di Nonantola del 26 ottobre 2012, per quest’ultimo lavoro proseguirà verso la Repubblica Ceca, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Scandinavia, dove si concluderà il 21 dicembre con il concerto di Helsinki.