Il Cavaliere al Tg 5 commenta la decisione del Tribunale di Milano. Per lui l’evasione che gli è contestata sarebbe una “costruzione fantascientifica”. E promette di non abbandonare la politica perché "è necessario riformare il pianeta giustizia"
Una sentenza a seguito della quale “ci saranno delle conseguenze”. La prima è che Silvio Berlusconi, dopo la decisione del Tribunale di Milano, si sente “obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perché ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me”. L’ex presidente del Consiglio, condannato a quattro anni in primo grado per frode fiscale, ha parlato ai microfoni del Tg5 e ha così smentito quanto dichiarato nei giorni scorsi dove aveva assicurato che non si sarebbe ricandidato alla premiership e aveva rilanciato le primarie del Pdl. Una posizione ribadita anche in un videomessaggio e che oggi invece, all’indomani della condanna di primo grado, ha sconfessato.
”A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia”, prosegue il Cavaliere, stupito che di questo non si sia “tenuto conto”. La ragione, forse, è che “il giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica”. Per l’ex premier poi è “incredibile” che nella sentenza nel processo sui diritti tv si parli di “naturale capacità a delinquere”, perché “sono padre di cinque figli, nonno di sei nipoti e sono incensurato”. [brightcove]1927627133001[/brightcove]
Per lui l’evasione che gli è contestata sarebbe di circa “l’uno per cento delle imposte pagate allo Stato”. Quindi, sostiene, una cosa “ridicola”, una “costruzione fantascientifica”. Nel corso dell’intervento ricostruisce il suo rapporto col produttore cinematografico Frank Agrama. Condannato a tre anni, è considerato dalla Procura di Milano il “socio occulto” e dai giudici “vero mandatario” del Cavaliere nella truffa al fisco, quantificata in 17,5 miliardi di lire nel 2000; in 6,6 milioni di euro nel 2001, in circa 4 milioni nel 2002, e in circa 2 milioni nel 2003. “Ebbi a conoscere Agrama negli anni ’80 – puntualizza Berlusconi – poi non l’ho più visto, né sentito, né frequentato”. Ribadisce quindi di non essere mai stato “suo socio occulto” perché “è stato provato da tutte le carte” ed “esistono prove inoppugnabili che avrebbero dovuto portare ad una assoluzione”.
Inoltre, ha aggiunto, “se fossi stato socio occulto di Agrama sarebbe bastata una mia telefonata a Mediaset per determinare l’acquisto di diritti che lui voleva vendere senza bisogno di pagare tangenti. Soprattutto – continua – se fossi stato suo socio sarei venuto subito a conoscenza di pagamenti di una tangente ai responsabili dell’ufficio acquisti di Mediaset e non avrei potuto che provvedere all’immediato licenziamento”. E’ convinto che “nessun imprenditore si sarebbe potuto comportare in modo diverso consentendo ai suoi dipendenti di rubare a danno suo e della sua azienda”, che definisce come “uno dei primissimi contribuenti” e che ha avuto “quasi 56mila collaboratori”.
Biancofiore: “B. in campo? Entusiasti” – ”Se quanto apprendiamo dai flash delle agenzie stampa, e cioè che Berlusconi avrebbe detto che ‘ci saranno conseguenze’ alla sentenza Mediaset ed è ‘obbligato a restare in campo’, non solo ne siamo entusiasti ma siamo pronti al suo fianco a sacrificare ogni giorno dei prossimi mesi per rivendicare il diritto di Berlusconi ad essere trattato da uomo normale e ad essere giudicato dalla volontà popolare alle prossime elezioni politiche aspettando gli altri gradi di giudizio che faranno giustizia”, lo afferma la parlamentare Pdl Michaela Biancofiore, coordinatore regionale per Berlusconi del Trentino Alto Adige.
Confindustria giovani: brusio in sala – La platea del congresso dei giovani imprenditori di Confindustria riuniti a Capri accoglie con un lungo brusio la notizia rimbalzata via Twitter da Roma della decisione di Silvio Berlusconi di “restare in campo” dopo la sentenza Mediaset.
Santanché: “I candidati alle primarie del Pdl ora si ritirino” – ”Sono contenta che Berlusconi rimanga in campo per portare alta la bandiera del garantismo e della libertà. Sono contenta – prosegue – che abbia accolto il nostro appello e auspico che faccia anche lui le primarie per poter ancora una volta raccogliere il consenso del suo popolo”. In un’intervista a Repubblica, l’ex sottosegretario ha inoltre dichiarato: ”Tutti i candidati alle primarie del Pdl si ritirino. Occupare quel posto sarebbe usurparlo: è di Berlusconi, deve riprenderselo Berlusconi”. Poi ha fatto “un appello al presidente, l’unico che in questi anni ha combattuto per il garantismo, perchè vede io sono d’accordo con il partito degli onesti, i delinquenti e i ladri voglio vederli tutti in galera e buttare la chiave, ma quando a giudicarli c’è una magistratura onesta”. La sentenza Mediaset, sottolinea, è “con motivazioni politiche, scritta in maniera politica. Questo è inaccettabile. L’hanno fatta per ammazzare Berlusconi. Vogliono ucciderlo”.
Fini: “Chissà cosa dirà domani” – “Credo sia buona regola aspettare la giornata di domani – ha detto il presidente della Camera – perché quello che ha detto oggi è certamente molto diverso da quello che ha detto ieri”. Le parole di Berlusconi sono rimbalzate durante una tavola rotonda promossa nell’ambito di un convegno di Iniziativa Subalpina e al moderatore che le aveva lette la platea aveva risposto con una risata che Fini aveva commentato: “La risata della platea la dice lunga”.
Vietti: “Le sentenze non vanno strumentalizzate” – Per il vicepresidente del Csm, Michele Vietti ”le sentenze non vanno utilizzate nel dibattito politico e tanto meno strumentalizzate a fini politici. Fortunatamente viviamo in uno Stato di diritto in cui vige per tutti gli imputati, anche i più noti, la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva”.