L'ennesima beffa per una famiglia di Ripoli che ha denunciato ai carabinieri l'insolito fenomeno di piastrelle e pavimenti crepati all'improvviso. Intanto lo scavo della galleria va avanti anche se il versante della frana cede di 2 centimetri al mese
Se d’inverno fu la neve, d’estate cosa sarà stato? La siccità. Chissà come si è sentita la signora Maria Grazia Toraldo quando qualche settimana fa si è vista recapitare nella sua casa di Ripoli le relazioni tecniche sulla sua abitazione, una di quelle più lesionate dalla frana. Invece, ecco la beffa. Si parla delle grosse fessure comparse da mesi nella sua casa: “… l’adattamento al movimento del terreno può essere stato anche facilitato da conseguenze di fattori indipendenti quali l’andamento stagionale caratterizzato da forte siccità e dalle alte temperature”.
Già, la siccità. Non c’è alcun riferimento in quelle pagine al fatto che la casa in cui la signora abita si sia mossa nell’ultimo mese e mezzo di un centimetro e mezzo e di oltre 13 centimetri da luglio 2011 a oggi. Nessun riferimento neppure a quella frana che, risvegliata dagli scavi di una galleria per la Variante di valico di Autostrade per l’Italia, da ormai due anni ha ripreso a camminare verso valle, portando con sé Ripoli, una frazione di San Benedetto Val di Sambro nell’Appenino bolognese.
La beffa somiglia a quella che lo scorso marzo portò allo sgombero di una famiglia che abitava pochi metri più in là. Allora un documento firmato dal sindaco Gianluca Stefanini, costrinse una famiglia a lasciare il suo tetto. Ufficialmente per le “copiose nevicate”. In realtà da un anno e mezzo, la frana ha già messo 28 persone fuori casa.
La ‘relazione della siccità’ – fatta per conto della cooperativa Cmb di Carpi che ha in appalto lo scavo della galleria – porta la firma del professore (ora in pensione) dell’Università di Bologna, Raffaele Poluzzi che spiega: “Un conto è come si sta muovendo il versante, un altro sono le conseguenze che questo movimento ha sugli edifici, che sono molto attenuate”. Quindi l’ingegnere giustifica quelle righe: “Le due lesioni che erano state segnalate come incrementate sono un po’ ataviche, nate con alcune trasformazioni avvenute nell’edificio nel tempo. In tutta tranquillità, non posso che confermare quanto ho scritto in quel documento“.
I muri scoppiano. Chissà se anche lo scoppio sentito dalla signora Toraldo meno di due settimane fa è dovuto alla siccità. “Eravamo sul divano quando abbiamo sentito un rumore che veniva da sotto. Nel bagno si è creata una nuova crepa che ha spaccato una piastrella. Nel pavimento si è anche creato un gradino tra le mattonelle”. La signora ha fatto denuncia ai Carabinieri di Vergato incaricati dalla Procura di Bologna delle indagini.
Conflitti di interesse. A proposito di inchieste, il sostituto procuratore Morena Plazzi sta indagando per i reati di frana e danno colposo. E il professor Poluzzi in quel procedimento penale è consulente di parte della Cmb, anch’essa coinvolta (tutti, per ora, sono parti offese, anche la concessionaria Autostrade per l’Italia). “Con Cmb ho due tipi di rapporto: quello nell’inchiesta è un impegno marginale, anche perché lì la questione riguarda la stabilità del versante. Poi sono anche incaricato dalla Cmb di interessarmi della sicurezza delle case di Ripoli”. E qui Poluzzi precisa che per lui non c’è conflitto: ”Quello che io scrivo non lo scrivo nell’interesse della Cmb, ma lo scrivo con la convinzione di una professionalità che mi contraddistingue. Professionalità non influenzata da certe situazioni di parte”.
Non è l’unico caso di doppi, tripli incarichi potenzialmente in conflitto di interessi in questa vicenda. Un esempio: l’ingegner Franco Braga, Sottosegretario del governo Monti, è anche consulente di parte per Autostrade per l’Italia e fa parte – sempre per conto dell’azienda dei Benetton – del Collegio dei tecnici, l’organismo creato ad hoc per monitorare la frana. Anche lui, assicura che lavora solo per il bene dei ripolesi: “Ritengo di tutelare gli abitanti di Ripoli”, disse.
Intanto lo scavo della galleria va avanti anche se il versante cede a causa della frana fino a 2 centimetri al mese. Del resto la Variante di valico, l’opera pubblica più grande mai data in concessione a un privato in Italia, deve procedere.