Le politiche del governo Monti stanno facendo male al Paese.
Il No Monti Day che si è svolto ieri a Roma rappresenta un primo importante passo nell’aggregazione di un fronte compatto popolare che dica un no definitivo a scelte che vogliono far pagare la crisi a chi già è al limite della sopravvivenza, lasciando intatti i privilegi di una élite ristretta.
Questo è infatti il senso del governo Monti.
Si tratta di un governo pienamente complice dell’ispirazione recessiva che sta massacrando l’Europa. Gli ingiusti e scriteriati tagli alla spesa pubblica in settori di importanza strategica per tutelare i diritti umani fondamentali e dare un senso al futuro, come salute, istruzione, ricerca e cultura. La compressione sistematica dei diritti dei lavoratori e il tentativo di liquidare i settori più coerenti e combattivi, come la Fiom. L’innalzamento dell’età pensionabile che si traduce in un aumento della sofferenza per gli anziani e nell’impossibilità di trovare lavoro per i giovani.
Tutto quanto fa questo governo è in omaggio agli interessi del potere finanziario.
Ciò non solo peggiora le condizioni di vita della maggioranza della società, ma allontana le possibilità di ripresa economica.
Gli unici cambiamenti rispetto al precedente governo di Berlusconi sono stati di tipo cosmetico. E’ certamente consolante avere in giro per il mondo a rappresentare l’Italia un tipo un po’ meno buffonesco. Ma per il resto Monti ha continuato con maggiore determinazione le politiche antipopolari iniziate da Tremonti, riuscendo a portare a casa su questo piano risultati di gran lunga maggiori. Per non parlare delle incredibili gaffes dei suoi accoliti, dalla Fornero che taccia i giovani di essere eccessivamente schizzinosi a Clini che traccia improponibili paralleli tra i componenti della Commissione grandi rischi e Galileo Galilei.
Intatti sono rimasti i privilegi delle varie cricche e caste, dai parlamentari ai consiglieri regionali ai superburocrati dello Stato, mentre continua a diminuire il potere d’acquisto di pensioni, salari e stipendi. Ancora, va detto che, nonostante le meritorie iniziative della magistratura, restano da fare tutti i conti con Berlusconi, che ha decuplicato il suo patrimonio durante i suoi anni di governo alle spalle del popolo italiano. Ma per fare questi conti va travolta l’attuale muraglia costruita da Monti e dai suoi accolti attorno ai ceti privilegiati.
Compreso Berlusconi, che passa dal ricatto nei confronti dell’attuale governo al richiamo alla costruzione di un “fronte di moderati”. E’ bene che si sappia che, in Italia, questa espressione copre realtà assolutamente indifendibili. Come scrive Alfio Mastrapaolo sul manifesto di oggi, “tra appalti truccati, occupazioni abusive di suoli o dell’etere, riciclaggio e spregiudicate operazioni finanziarie, evasione fiscale, inquinamento e quant’altro, dal fatturato dell’illegalità discende parte non piccola della ricchezza del paese”. O meglio, della ricchezza imboscata dalla classe dominante a spese del Paese.
Restituire questa ricchezza ai legittimi proprietari, il popolo italiano, costituisce oggi il compito principale. Per raggiungere questo fine, nonostante la miseria della sfera politica, possiamo contare su alcune risorse fondamentali della società civile. La prima è costituita dalla capacità di mobilitazione della classe operaia e di settori popolari fondamentali, alcune rappresentanze dei quali sono scesi in piazza ieri a Roma. Un’altra risorsa importante è rappresentata dal potere indipendente della magistratura, che, in conformità alla Costituzione repubblicana e al suo fondamentale articolo 101, castiga oggi non solo Berlusconi, ma tutti gli appartenenti alla classe dominante che, per salvaguardare i propri meschini interessi violano oggi la legge e si comportano in modo antisociale, inquinando intere città, come Taranto, delocalizzando la produzione all’estero dopo aver ricevuto miliardi e miliardi dal popolo italiano, come Marchionne, mettendo sempre e comunque al centro gli interessi del capitale finanziario internazionale, come fa Monti.
Siamo stanchi di questi signori. La vera partita per garantire la sopravvivenza dell’Italia e dell’Europa si gioca fra costoro e il popolo italiano. Bersani, Vendola e Grillo scelgano con chi vogliono stare.