Sarà retorico ma veramente abbiamo perso il senso di ogni cosa. I social network se da una parte, ci hanno aiutato ad accorciare le distanze, a ritrovare vecchi amici che non sentivamo più (e forse ci sarà un motivo), a trovare più facilmente partner sessuali, così come a condividere e diffondere idee, d’altra parte ci hanno trasportato in un’altra vita. Una vita virtuale che è l’essenza intima dell’apparenza. I social network hanno democraticamente donato a tutti, il loro quarto d’ora di celebrità. Ed ecco proliferare i vari Leopardi, Rimbaud, Baudelaire, Nietzsche ecc., ci si sente in diritto di condividere ogni istante della propria esistenza, con la presunzione che tutto questo possa interessare a qualcuno. La verità è che siamo ridicoli. È per questo che, come Franckie hi-nrg, ogni tanto amo guidare un autodafé!

Senza parlare del fatto che oggi basta creare un tweet, cliccare su un mi piace o aprire un gruppo contro ogni tipo di ingiustizia per mettere a posto la propria coscienza. Il problema è andare oltre il link, ovvero entrare in contatto con la realtà. Oggi i concerti si riprendono con il cellulare, per poi postare i video e le foto su facebook e twitter, dimenticando che la musica va ascoltata.  

Una rivoluzione che ci ha resi schiavi costantemente controllati. Allora in un mondo virtuale in cui vige il peace and love a tutti i costi, ogni tanto alla domanda di face book: A cosa stai pensando? Viene dal cuore rispondere: Fatti i c… tuoi. Sartre insegna non sono le risposte ad essere sbagliate ma le domande!!!

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