Il giorno dopo la trasmissione, l'ex magistrato spiega che i 954 milioni ricevuti da una signora erano un'elargizione "modale", ovvero non era stata vincolata a un particolare scopo. "In quel periodo facevo l'indagato a Brescia"
Antonio Di Pietro risponde sul suo blog alle contestazioni emerse dalla puntata di Report “Gli Insaziabili“. A partire dal caso di una donazione milionaria (in lire) dui cui gli ha chiesto conto la giornalista Sabrina Giannini: “Di Pietro non ricorda – ha affermato la giornalista – di avere ricevuto 954 milioni di lire, una delle più ingenti donazioni a uomini politici della storia repubblicana. Eppure è lo stesso Di Pietro, nella nota memoria consegnata al magistrato, a dichiarare di avere usato la donazione Borletti per l’acquisto di immobili“.
E se durante l’intervista l’ex magistrato si era mostrato disponibile, ma imbarazzato, dopo la messa in onda risponde on line con una replica più decisa: “Quando mi è stata data quella donazione, nel ’95-96, e i soldi sono arrivati nel ’98, non facevo ancora politica. Facevo l’indagato a Brescia. Erano soldi di una donazione privata”, continua, “fatta da una signora a un cittadino. Mi ero dimesso da magistrato, non avevo ancora cominciato a fare politica, ho ringraziato e ho dei rapporti ottimi con la signora. Non era, e lo dico dal punto di vista tecnico, una donazione modale, ovvero non era stata vincolata ad un particolare scopo. Era una donazione libera fatta a un cittadino libero”.
Solo dopo aver deciso di fare politica, aggiunge poi Di Pietro, “ho anche utilizzato buona parte di essi per fare attività” in questo campo. “Credo di aver fatto il mio dovere, non so se è sbagliato”. Come dimostrerebbero gli ultimi fatti, inoltre, afferma ricordando le donazioni ai terremotati dell’Emilia Romagna, “laddove il partito politico ha cominciato ad avere dei fondi propri, questi fondi propri quando avanzano li diamo noi in donazione e credo quindi anche questo che possa valere in una valutazione di comparazione di rapporti”.