Percorso riservato ai non abbonati, agli inquieti, agli incontentabili, agli automobilisti e agli autostoppisti, insomma a quelli che sanno che a teatro lo spettatore viaggiante gode e soffre il doppio e vede due spettacoli, quello degli attori sulla scena e quello di un pubblico nuovo e sconosciuto. Mentre l’abitudinario, a forza di tornare sempre nella stessa sala, finisce per confondersi lui stesso con le pareti e le poltrone finché tutti gli spettacoli, visti tra le solite quinte, di fronte alla solita gente, diventano per lui uguali e indistinti, come indistinti sono gli altri spettatori tra i saluti sbadigliati, il guardaroba, il bar e il pensiero che corre al palinsesto, alle pantofole, alla partita.

Partiamo, invece. Al Teatro delle Passioni di Modena debutta il 30 ottobre (si replica fino al 15 novembre) Clôture de l’amour. Chiedendosi “chi amiamo quando amiamo?” l’astro nuovo della scena francese Pascal Rambert mette in scena la fine dell’amore in due monologhi affidati alla sensibilità di Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi. Per ascoltare più che per raccontare, perché per l’autore “quello che importa è la lingua che scappa, che fugge, che si ripete, la lingua che racconta la violenza della separazione”. Lo spettacolo prosegue la serie di prime assolute prodotte da Emilia Romagna Teatri alle Passioni che proseguirà a novembre con Sono soltanto animali di Luciano Colavero e Federico Olivetti, quindi con Ifigenia in Aulide di Marco Plini e il debutto di Karamazov di Cesar Brie. Le energie di Maria Paiato sono al servizio di Anna Cappelli, piccolo classico posteduardiano di Annibale Ruccello con finale perturbante, in scena con la regia di Pierpaolo Sepe a Russi (9 novembre), al Teatro Novelli di Rimini (11 novembre) e al Comunale di Ferrara (24 e 25 novembre). Due grandi voci per due grandi poeti al Teatro Municipale di Piacenza il 12 novembre: Gabriele Lavia dirà le parole e i pensieri di Giacomo Leopardi, Umberto Orsini metterà in moto la macchina sonora di Giovanni Pascoli in una serata dedicata al sostegno ai teatri delle terre emiliane colpite dal terremoto.

Il 16 novembre l’appuntamento – il più urgente di questo autunno a teatro – è a Ravenna per il Pantani del Teatro delle Albe: Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Alessandro Argnani, Roberto Magnani in presa diretta tra cronaca e tragedia sulla biografia del campione, della sua famiglia e della sua terra. Si replica fino al 19, tappe a Faenza, Ferrara e Lugo nei prossimi mesi. A Parma c’è il Teatro Festival 2012 con 32 Rue Vanderbranden di Gabriela Carrizo e Franck Chartier, in sigla Peeping Tom, ensemble fenomeno della danza contemporanea che mette insieme il massimo del realismo rappresentativo con il massimo dell’astrazione narrativa. Li ha resi celebri anche sul web la scena di un lungo bacio acrobatico con bambina in braccio. Al Teatro Due il 20 e 21 novembre. Virgilio Sieni, figura guida della danza contemporanea, è stato capace di fare credibillmente le biografie dei partigiani con autentici mezzi coreografici.

Sarà al Comunale di Ferrara (6 dicembre) con Duetto, ripresa filologica di un suo lavoro del 1989 (in collaborazione con Alessandro Certini) su musiche di Stravinskij. Per vederlo danzare bisognerà invece tornare alle Passioni, dove il 13 dicembre presenta Nei volti. Il duo Ricci/Forte, transitato dai festival teatrali alla prima serata dei Cesaroni e ritorno sarà ai Teatri di Vita con il suo circo il 7 e l’8 dicembre: in Imitatoinofdeath sedici interpreti agiscono secondo un copione ispirato a Chuck Palahniuk che è più che altro un sistema di regole per dar vita ogni sera a un evento diverso. E qui si ferma il nostro percorso, solo uno dei tanti possibili in questa stagione: buona strada, spettatori.

di Nicola Zuccherini

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