Un messaggio di indeterminatezza e disperazione, quello lanciato dai quasi due milioni di elettori siciliani che hanno deciso di non recarsi alle urne. Il 53% di astenuti alle regionali in Sicilia, è un chiaro atto d’accusa ad una politica che non è più rappresentativa dei bisogni di un territorio.

Tutti i partiti sono allineati intorno al 10-15 per cento e non si intravede una realtà di rappresentanza maggioritaria, di forte guida per il futuro del territorio siciliano e, parallelamente, del Paese intero.

Ad alimentare l’astensionismo anche  la mancata riduzione del numero dei consiglieri regionali (da 90 dovranno passare a 70) introdotta dal provvedimento di modifica al titolo V della Costituzione, ma non in tempo utile per questa tornata elettiva. Rimarranno 90 quindi i consiglieri, in una Regione dove alcuni Comuni non riescono più nemmeno a pagare gli stipendi dei dipendenti.”

E’ chiaro che è immenso il senso di responsabilità che ora deve assumersi Rosario Crocetta e il suo gruppo di governo,  perché è necessario e prioritario salvare dal baratro quest’isola, lavorando sodo,  in maniera seria e con massima sobrietà.

Non spiacerebbe che il Movimento 5 Stelle, che evidentemente ha raccolto il disagio e la protesta di migliaia di elettori, si rendesse disponibile ad un’ipotesi di governo responsabile e concreta, con la coalizione di centrosinistra.

Dopo il fallimento della “grande coalizione” di Lombardo, serve una svolta chiara, che deve partire dalla necessità di una politica pulita, dal forte stampo ambientalista e capace di disegnare un futuro sostenibile per l’isola.

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