Per la prima volta la città ricorda l’anniversario della morte di Federico Fellini. E per la prima volta dopo tanti anni, gli eredi del Maestro non litigano col Comune.

Sembra che qualcosa torni a funzionare a Rimini nel nome di Federico Fellini. Il 31 ottobre è il 19esimo anniversario della morte del regista e nel 2013 ricorrono i 60 anni de I vitelloni e di Agenzia matrimoniale (episodio del zavattiniano “L’amore in città”), i 50 di Otto e mezzo, i 40 di Amarcord, i 30 di E la nave va. Possibile che anche questa volta nessuno organizzasse nulla? Per fortuna no, e così in un colpo solo si torna a proiettare Fellini nelle sale, il “Libro dei sogni” ricompare, in teatro arriva Matteo Garrone a rileggere a modo suo “Lo sceicco bianco”, addirittura si apre una mostra con le illustrazioni originali di Carlo Antonio Longi. Sullo sfondo, procede il cantiere dello storico cinema Fulgor. Il tutto all’insegna di una tregua- questa volta ci si augura duratura- tra la famiglia di Federico e l’amministrazione comunale.

Il sindaco Andrea Gnassi e il suo assessore alla Cultura, l’artista Massimo Pulini, per non tradire le aspettative si sono inventati la manifestazione Fellinianno. Ieri al Museo della città c’è stata l’inaugurazione di una sala riservata al Libro dei sogni, i due album originali su cui Fellini ha appuntato e schizzato, dall’inizio degli anni sessanta al 1990, tutte le suggestioni trasferite sulla celluloide. Il “Libro” viene restituito al pubblico dopo essere stato liberato dagli archivi della ‘Fondazione’ Fellini, l’ente voluto da Maddalena Fellini, la sorella minore di Federico, a metà degli anni novanta.

La fondazione-associazione, teatro degli scontri con gli eredi sulle royalties legate a Fellini, negli ultimi anni si è rivelata un dramma: dopo i buchi di bilancio (e i flop) accumulati gli enti locali l’hanno liquidata, il suo personale è in cassa integrazione da mesi come da mesi il suo direttore (il semiologo Paolo Fabbri) è senza contratto e senza stipendio, il presidente Pier Luigi Celli era arrivato un anno fa ma se n’è andato presto all’Enit dopo aver capito che con gli eredi non c’era nemmeno più dialogo.

Oggi l’ente non è del tutto chiuso e la nuova associazione stenta a partire (anche per la sorte degli enti che avrebbero dovuto guidarla, come la Provincia). E così il mitico “Premio Fellini”, solo l’anno scorso assegnato a Terry Gilliam, è stato tagliato. La ratio la detta Gnassi: “Basta rinchiudere Fellini in un premio, adesso si svolta. Dopo anni in cui la città era accusata di dimenticarlo, vogliamo far rivivere la magia di Federico attraverso non solo un percorso ad episodi, ma un progetto vero. E questo grazie al ritrovato rapporto con la famiglia”. Perché “la guerra con gli eredi era solo quella nei titoli dei giornali”, assicura Pulini.

Eppure solo ad inizio agosto Graziano Villa, il fotografo compagno di Francesca Fabbri Fellini, la nipote del maestro, provocava il Comune con la proposta di far gestire agli eredi il museo Fellini visto l’empasse dell’amministrazione. E Gnassi, proprio in questi giorni, sta scegliendo lo studio legale cui affidare la pratica dei diritti legati al nome di Fellini (la vecchia fondazione aveva acquisito i disegni del regista ma non poteva sfruttarli per fini commerciali o promozionali).

Tuttavia, per il “Fellinianno” la parola d’ordine è distensione. Proprio la nipote di Fellini, infatti, ieri ha introdotto una ‘rilettura’, ancora al teatro degli Atti, dello “Sceicco Bianco” da parte di Matteo Garrone. L’incontro col regista romano è stato il prologo alla visione in sala dello stesso “Sceicco” oltre a quella di “L’amorosa menzogna” di Michelangelo Antonioni, il cortometraggio sul mondo dei fotoromanzi da cui il cineasta ferrarese ha tratto il soggetto che Fellini, con Tullio Pinelli, avrebbe poi proprio nella sceneggiatura del film con Alberto Sordi e Brunella Bovo.

Ma gli eventi felliniani 2012-2013 non finiscono qui. Agli Atti, oggi alle 17, arriva la presentazione del “Libro dei sogni” in formato e-book dell’editore Mario Guaraldi, mentre alle 21 Gérard Morin, assistente di Fellini negli anni settanta, discuterà con l’archivista della stessa fondazione-associazione, Giuseppe Ricci, sulla lavorazione del film “Roma”, la cui proiezione sarà preceduta dai tre spot che Fellini girò per la Banca di Roma nel 1992 e che sono direttamente prelevati dal “Libro”. Altro piatto forte della festa che Rimini farà a Fellini è rappresentato dalla mostra “Cinema dipinto”, alla Fabbrica Arte Rimini di piazza Cavour dal 17 novembre, con l’esposizione di 150 tempere originali (tra cui diverse dei film di Federico) del pittore cartellonista Longi.

Insomma, qualcosa si muove. Lo conferma la stessa Fabbri Fellini, pur chiarendo di non voler mollare la questione diritti: “Molto belle queste giornate dedicate allo zio. Col Comune ora c’è rapporto e questo è positivo. Sui diritti, tuttavia, la nostra posizione non cambia. Bisogna mettere i puntini sulle i: chiunque voglia usare ‘Fellini’ deve passare prima da noi, fa fede il patronimico da me depositato nel 2006”.

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