L'ex ministro del Turismo beffata dal vicino nel procedimento per l'acquisizione di un terreno della sua Calolziocorte. Andrà al Tar. I motivi? "Coincidenza sospetta, bando non corretto e mancato diritto di prelazione"
Non è mai stata una che si dà per vinta con facilità Michela Vittoria Brambilla. E non ha certo intenzione di rassegnarsi adesso che per soli 100 euro si è vista soffiare il terreno messo all’asta dal comune della sua Calolziocorte (Lecco). Una beffa per l’ex ministro al Turismo dell’ultimo governo Berlusconi. Incassare il colpo e fare spallucce? Macché, deve essersi detta. Meglio presentare un ricorso al Tar e chiedere all’amministrazione un maxi risarcimento danni: 100mila euro, tre volte la cifra che aveva offerto per l’appezzamento.
Un bel gruzzolo per riparare a quello che è più di uno smacco. Perché il terreno messo all’asta è confinante con una proprietà della Bruijta, società riconducibile alla Brambilla e a Eros Maggioni, l’ex fidanzato storico con cui è da poco convolata a nozze. E ad aggiudicarsi la gara è stato un certo signor Scaccabarozzi, vicino della Brambilla e agricoltore che finora si è preso cura della proprietà della Bruijta.
Una scaramuccia tra due che si conoscono bene, ipotizza qualcuno in paese. Dopo un bando andato deserto, la nuova gara si è chiusa il primo ottobre. Quel giorno in comune sono arrivate due buste: la prima offerta è stata portata da un rappresentante della Bruijta (invertendo la i con la j si ottiene una parola spagnola che vuol dire “piccola strega”). E dieci minuti dopo è arrivato il signor Scaccabarozzi a consegnare la sua. Tutti a dare per favorita la Brambilla, ma la sorpresa è arrivata l’indomani, quando in municipio hanno aperto le buste: 35.100 euro l’offerta della Bruijta, 35.200 quella del concorrente.
Coincidenza sospetta, bando non corretto e persino una sorta di diritto di prelazione: queste le motivazioni portate avanti dal legale che ha firmato il ricorso per la Bruijta. Il sindaco di Calolziocorte, il leghista Paolo Arrigoni, rigetta ogni accusa: “Nessuna irregolarità – garantisce – Le buste erano chiuse e sigillate con ceralacca. In comune non abbiamo mica i raggi X per vedere che cosa c’è dentro. L’apertura è avvenuta in pubblico ed era presente un rappresentante della Bruijta, che non ha avuto nulla da eccepire”. La vicinanza delle offerte, però, rimane. Secondo il Giornale di Lecco, che per primo ha riportato la notizia, tra le ipotesi su come ciò sia potuto accadere, circola quella su una fuga di notizie proveniente da ambienti vicini all’ex ministro.
Per la Brambilla non è la prima delusione subita dall’amministrazione di Calolziocorte. E questo nonostante la giunta di Arrigoni si regga su una maggioranza che oltre al Carroccio conta quella parte del Pdl più vicina alla fondatrice dei Circoli della libertà. Ma i legami politici non hanno evitato all’ex ministro di pagare poco più di un anno fa le multe per i manifesti abusivi con la foto di Cartier, la sua cagnolina smarrita. E qualche screzio c’è stato anche dopo l’approvazione del Pgt, che ha reso sì edificabile la proprietà della Bruijta, ma con meno metri cubi di quelli desiderati dalla Brambilla.
E ora ci si mettono 100 euro di troppo a decidere un’asta che doveva impinguare le casse del comune, ma rischia l’effetto contrario. Prima che il Tar decida sul maxi risarcimento, la giunta ha infatti dovuto preventivare una spesa di 7mila euro. Soldi del fondo di riserva che serviranno a pagare gli avvocati. E a far fronte alle accuse della celebre compaesana.
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