Le stagioni teatrali sono ripartite già da un po’, ma a Roma ancora non si conosce il destino dei Teatri di Cintura. O meglio: si sa che a partire dal nuovo anno il Teatro Biblioteca Quarticciolo e il Teatro Tor Bella Monaca entreranno nel circuito della Casa dei teatri e della Drammaturgia contemporanea, insieme con il Teatro del Lido di Ostia, il Globe Theatre, il Teatro di Villa Torlonia, il Centro Culturale Elsa Morante e altri spazi. Lo ha stabilito una delibera dell’assessore Dino Gasperini a luglio, ma ad oggi non è ben chiaro in pratica che cosa succederà. Contro il progetto del Comune di Roma che di fatto affida a Zètema la gestione della rete teatrale si sono già schierati molti addetti ai lavori, preoccupati della scarsa qualità artistica di un’operazione considerata «di facciata» e troppo legata alla politica (e alle elezioni imminenti) per essere trasparente. Grande apprensione c’è anche tra coloro che, con l’imminente cambiamento, temono di perdere il proprio posto di lavoro, non essendoci state garanzie di nessun tipo circa il loro assorbimento all’interno della nuova realtà.

Dal canto suo la Giunta Capitolina punta su una programmazione relativa alla drammaturgia contemporanea, «con particolare attenzione alla crescita e alla valorizzazione delle esperienze locali» e alla «formazione sia dei giovani artisti che degli spettatori». Alla dimensione locale pensano anche gli amministratori dei municipi interessati, che si augurano che la nuova gestione mantenga la sensibilità finora dimostrata per le realtà specifiche dei quartieri.

Del resto è stata questa la politica intrapresa dal Teatro di Roma, che si è impegnato in questi anni nei Teatri di cintura, per garantire un servizio pubblico alla collettività, proponendo nelle periferie un ventaglio di proposte ampio e molteplice: dalla nuova drammaturgia alla riscrittura dei classici, dall’attività di formazione e promozione del pubblico a percorsi laboratoriali, al teatro ragazzi e al grande radicamento sul territorio. Parlando della questione, il direttore Gabriele Lavia ha detto:

«Non so che cosa avesse in mente chi decise che quelli del Quarticciolo e di Tor Bella Monaca si dovessero chiamare “Teatri di Cintura”. Io so, però, che senza una buona cintura i pantaloni cascano. Così mi piace pensare ai teatri di Quarticciolo e Tor Bella Monaca come alla “cintura” che tiene su, sostiene, l’idea del Teatro di Roma. Cintura indispensabile a quella “Istituzione” che trova fondamento nella rappresentazione dell’essere umano e che si chiama Teatro Pubblico».

 Un teatro pubblico in cui dal 2006 ad oggi sono passati artisti come Marco Baliani, Carlo Cecchi, Emma Dante, Ottavia Piccolo, Michele Placido, Massimo Popolizio e tanti altri, che continueranno ad alternarsi fino alla fine del 2012, quando scade il mandato. Ecco, senza voler essere per forza pessimisti, auguriamoci che questo esperienza non venga dimenticata.

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