Mentre altrove ci si scervella per capire come poter rendere la musica un lavoro, organizzando incontri, convegni, dibattiti, creando associazioni, organizzazioni, fondazioni ecc., per trasformare una passione in un’attività da cui trarre profitto (anche scrivendo manuali come “The New Rockstar Philosophy” a opera di Hoover e Voyno proprietari dell’omonimo blog canadese, in cui si divulgano ricette a chiunque voglia iniziare ad avere un progetto musicale. O come in “Rock in Progress” dell’ottimo Daniele Coluzzi che intervistando i maggiori esponenti dell’indie italico cerca di ricavare consigli pratici per artisti emergenti), capita di navigare in rete e imbattersi in un sito come quello della Interludio.com, una società – come è scritto sulla home page – “al servizio del Tuo talento musicale con un unico grande obiettivo: farti accedere al mercato discografico senza intermediari, senza sottostare a giudizi e facendoti guadagnare il 100% dalla vendita della Tua musica. Crediamo nei talenti, e ci occupiamo di tutto ciò di cui hanno bisogno per diventare delle star”…

Come scrive nella prefazione al libro di Hoover e Voyno, Manuel Agnelli cantante degli Afterhours, una delle band di punta della scena indie italiana,  nell’era del web e del digitale il concetto del fai-da-te in ambito artistico, e soprattutto musicale, è spesso al centro di animate discussioni che, nella maggior parte dei casi, non fanno che generare una gran confusione al riguardo: infatti, se oggi il concetto è più legato a un certo “ribellismo estetico”, viene da chiedersi, per esempio, se un Michelangelo, che lavorava a budget sontuosi grazie ai fondi messi a disposizione dal Papa, avesse potuto realizzare la Cappella Sistina e se alla luce di certe argomentazioni può esser legittimamente considerato un grande artista, un genio e un rivoluzionario, anche se non autoprodotto. La risposta, al di là di ogni stereotipo, è che ogni volta che si produce un supporto o un servizio per venderlo a qualcuno e in qualsiasi ambito, si rientra nel sistema di produzione capitalistico. Sempre mercato è.

Ed è da questa convinzione che è partita, probabilmente, l’idea di Vincenzo Basirico, direttore creativo della Interludio srl, che l’ha messa su con l’intento di rinnovare il business musicale del 21° secolo dando al talento la possibilità di esprimersi al di fuori di logiche di mercato ormai obsolete. La sua Interludio srl è una società che offre servizi ad hoc per permettere ai musicisti emergenti di trovare un posto nell’affollato mercato discografico, sfidando le major per fare emergere talenti, band e prodotti musicali grazie al web, “La possibilità di realizzare il sogno di poter essere cantanti, cantautori o musicisti di professione – dichiara Basirico – non è più sottoposta alla volontà sovrana di una major o ai provini presso il talent show di turno. Chiunque si senta una giovane promessa del panorama musicale avendo le giuste competenze acquisite con gli studi presso scuole di musica e i conservatori potrà concretizzare i propri progetti. Grazie ai servizi musicali professionali di alto livello offerti dalla nostra società come arrangiamento, incisione, mastering, consulenza immagine, marketing, e utilizzando la più potente piattaforma oggi esistente – Artist Board – di promozione musicale sul web, ideata e sviluppata conoscendo le necessità dei musicisti di oggi, indispensabile per mettere a frutto il lavoro svolto in studio”.

Disponibile in 5 lingue, rappresenta l’unico progetto di questo tipo e livello in tutta Europa e nel mondo. Naturalmente il servizio è a pagamento, 49 euro mensili (in abbonamento per un anno: il mecenatismo è un fenomeno che si è estinto da un po’) e con Artist Board ogni artista ha a disposizione “avanzatissime funzionalità web senza la necessità di avere grandi competenze tecniche”. Tra le funzionalità avanzate vi sono quelle necessarie alla creazione del proprio sito professionale, dall’inserimento della propria discografia per la successiva vendita dei brani sui maggiori store digitali mondiali come iTunes fino all’aggiornamento in tempo reale delle informazioni sui più importanti social network; dalla condivisione di videoclip di singoli o live, alla creazione di gallerie fotografiche o al planning delle date dei concerti. In un’unica piattaforma web, dunque, sono a disposizione tutti gli strumenti necessari per la promozione, la vendita e la comunicazione di un disco e di un artista a livello mondiale, con un’attenzione particolare alla condivisione delle informazioni con i propri fans da oggi è a disposizione di ogni artista emergente. Basta soltanto disporre del talento (semplice, no?) a tutto il resto ci pensano loro.

Ps. Posto che il Rock non sarebbe più Rock, perché in questo modo viene evidentemente snaturato, restiamo in attesa di scoprire chi saranno le rockstar del futuro che beneficeranno (pagando) del servizio.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Alienazione e social network

next
Articolo Successivo

“Guitar solo”, esce il primo disco di Finaz della Bandabardò

next