In Italia “le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insù”, ma “il ‘meno peggio’ estivo può tradursi in una flessione più marcata in autunno”. Lo afferma Confindustria in una nota, in cui spiega tuttavia che “la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo”. In ogni caso “il quadro resta, da tempo ormai, condizionato dalle incognite sulla composizione del Parlamento che uscirà tra pochi mesi dalle elezioni”. Quindi “le turbolenze non sono finite”.
L’indice anticipatore Ocse, ricorda viale dell’Astronomia, predice la graduale attenuazione della riduzione del Pil nei prossimi trimestri. Passando all’economia globale, secondo Confindustria, questa “rimane debole. Patisce l’incertezza politica, anzitutto europea, nella gestione della crisi, in cui ora si sommano gli aggiustamenti dei bilanci privati e quelli dei conti pubblici, che comprimono disponibilità di credito e domanda di famiglie e imprese. I dati congiunturali hanno confermato lo scenario delineato dal Csc a metà settembre, compresi i benefici e i limiti ineludibili dell’innovativo strumentario della Bce”.
Secondo Confindustria “la principale fonte di instabilità rimane l’Eurozona, dove gli indicatori qualitativi mostrano un peggioramento della recessione nel trimestre in corso; i passi avanti istituzionali compiuti hanno nettamente ridotto il rischio di dissolvimento della moneta unica, ma non bastano a rompere il circolo vizioso ‘recessione-restrizione di bilancio-banche selettive’, benché nel 2013 l’impatto delle manovre sarà un po’ meno duro; perciò un buon pezzo di quel rischio rimane negli spread e nei livelli dei tassi pagati da alcuni paesi e ne acuisce le difficoltà”.
Un’altra causa di indecisione “è costituita dall’esito delle presidenziali negli Stati Uniti, per le ricadute che avrà sulle scelte di bilancio pubblico e, più in là, della Fed; però, il solido recupero del settore residenziale crea una rete di sicurezza. Nelle economie emergenti la frenata si è esaurita e lascerà il posto, specie in Cina, a una fase di rilancio. La stagnazione, tendente alla flessione, del commercio mondiale sintetizza il contesto esterno sfavorevole”.