“La mafia si è astenuta dal voto in questa tornata elettorale per eleggere il nuovo governatore e rinnovare il parlamento siciliano. Non sappiamo cosa possano aver fatto i mafiosi a piede libero. Possiamo però affermare con certezza che i boss detenuti hanno preferito non votare. E di solito i mafiosi detenuti fanno ciò che viene indicato da quelli ancora liberi. Comincia così l’articolo pubblicato da L’Espresso in esclusiva a firma di Lirio Abbate che spiega: “L’astensione così massiccia in tutta la Sicilia non era mai avvenuta anche fra i detenuti, tanto che i seggi aperti nelle carceri sono andati deserti. Nessuno di loro si è presentato a votare”.
Su 7.050 detenuti hanno votato solo in 46: ma si tratta di carcerati comuni e non di mafia”, scrive il settimanale in edicola domani. E al carcere di Pagliarelli a Palermo, “dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale. Stesso identico atteggiamento a Catania, Agrigento e Caltanissetta”.
“Eppure in passato i mafiosi hanno sempre appoggiato il “cavallo vincente” – spiega il giornalista – Perché gli uomini di Cosa nostra hanno sempre avuto l’intuito di puntare sul candidato che avrebbe potuto farcela. I pentiti hanno sempre spiegato che la mafia non ha colore, e sta con chi ha il potere in mano. Già lo scorso maggio i detenuti delle carceri Pagliarelli e Ucciardone a Palermo si sono astenuti dal voto per eleggere consiglieri comunali e sindaco del capoluogo. Era il primo segnale lanciato nell’ultimo decennio dalla mafia a questa “nuova” politica. Adesso qualcosa sembra essere cambiato. E la cosa stupisce, perché Cosa nostra non si arrende così facilmente. Forse questa volta i mafiosi hanno intuito che a vincere poteva essere Rosario Crocetta che fin da subito, anche per la sua storia personale, ha tuonato contro Cosa nostra, e allora forse non era il caso di avvicinarlo. Sta di fatto che a questa tornata elettorale dalle carceri è arrivato un segnale diverso. Stare lontani da questi politici”.