Stop della Fornero alle “vendette” Fiat. In merito alle “vicende successive alla sentenza di condanna all’assunzione dei 19 lavoratori nello stabilimento Fiat di Pomigliano e alla messa in mobilità di altrettanti dipendenti da parte della Fiat stessa”, il ministro del Lavoro “invita la Fiat a soprassedere all’avvio della procedura di messa in mobilità del personale a Pomigliano in attesa della verifica di una possibilità di dialogo che non riguardi solo il fatto specifico, ma l’insieme delle relazioni sindacali”, si legge in una nota.
Nella quale la Fornero “constata, con rammarico e preoccupazione: la novità della fattispecie che fa evolvere le relazioni industriali nel senso dello scontro e dell’indurimento della contrapposizione; la mancanza di volontà di dialogo di entrambe le parti; l’assenza di una posizione comune da parte sindacale”. “In questa situazione, il ministro del Lavoro si adopererà per quanto di sua competenza per fermare l’avvitamento in una spirale nella quale tutti, dai singoli all’intero Paese, sono perdenti”, conclude la nota.
Sulla decisione di Fiat di mettere in mobilità 19 operai di Pomigliano per riassumere i licenziati “Fiom” criticata con forza dai sindacati in mattinata era intervenuto anche Corrado Passera. ”Non entro nel merito di decisioni interne, ma non mi è piaciuta la mossa che è stata fatta” aveva detto il ministro dello Sviluppo economico commentando a Sky tg24 la decisione del gruppo di Torino. “Un’azienda libera e se la vedono al loro interno. Certamente – aggiunge l’ex ad di Banca Intesa – è una buona notizia che Fiat abbia confermato di non volere chiudere impianti in Italia”. Poi un impegno, quasi una promessa: “Faremo il possibile perché siano attivi e produttivi e non quasi fermi come sono oggi”. Il tavolo di lavoro per potenziare l’export “va proprio nella direzione di rendere più competitivi gli impianti manifatturieri”.
Oggi l’amministrare delegato, Sergio Marchionne, in una lunga intervista al Corriere della Sera ha affermato che la casa automobilista di Torino continuerà a investire in Italia. Certo è che il gruppo rispetto alla fabbrica in Campania aveva già detto che “la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione”. E proprio per questo si era fatto ricorso alla cassa integrazione. Ma per i sindacati la decisione post sentenza è sembrata una vendetta, una ritorsione nei confronti dei lavoratori.
Secondo il ministro, più in generale, per la crescita “si cominciano a vedere alcuni elementi positivi” tuttavia “aspettiamo di vedere che si consolidino certi fenomeni. I mercati si aspettano un’Italia che dia continuità agli impegni che in questi mesi ha dimostrato di saper mantenere”. E poi “ci aspettiamo un bel colpo di reni per giustificare l’importo importante” (1,6 miliardi stanziatoi nella legge di stabilità) chiude Passera che sollecita le parti sociali perché raggiungano un accordo sulla produttività.
Sullo sfondo il solito Diego Della Valle per il quale ”bisogna proteggere l’Italia da Marchionne e dagli Agnelli” e “il Presidente della Repubblica Napolitano e il Premier Monti devono, a questo punto, intervenire e richiamarli al rispetto e al senso di responsabilità che devono al Paese”. Secondo il patron di Tod’s ”il loro continuo comportamento arrogante, contraddittorio e non più credibile, sta creando enormi problemi all’immagine dell’Italia all’estero, e sta mettendo a rischio la buone relazioni che, oggi più di prima, sono indispensabili tra il mondo del lavoro e le aziende”. Per questo l’imprenditore rileva come “non costringerli ora, da parte di chi guida il Paese, a prendere impegni seri, articolati, veri e soprattutto verificabili nella loro esecuzione, significherebbe mancare di rispetto a tutti gli italiani chiamati in questo momento a fare grandi sacrifici per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi”.
Bellicoso perfino il leader della Cisl, Raffaele Bonanni per il quale con il licenziamento di 19 dipendenti Fiat per reintegrare 19 iscritti alla Fiom, allo stabilimento di Pomigliano, “i miei iscritti verrebbero danneggiati perché licenziati ingiustamente, tanto che ci muoveremo per tutelarli”. Bonanni considera tecnicamente non praticabile la strada della mobilità e ribadisce: “Ci muoveremo contro la Fiat”. L’annuncio del Lingotto “a me non è piaciuto, perché avviene dopo una importante notizia, quella che gli investimenti continuano”.