Anche i comunisti italiani criticano la decisione del governo di mettere in stand by il progetto per due anni. "E' l'ennesima puntata di una vicenda che bisogna definire col termine appropriato: squallida" dice Orazio Licandro. Anche l'Idv all'attacco: "Scelta scellerata"
La decisione del Consiglio dei ministri di “stoppare” per due anni il progetto per il ponte sullo stretto di Messina non piace a Legambiente e ai Comunisti italiani. ”Non è la proroga per l’approvazione la strada più conveniente, ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina” dice Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. “Il Governo Monti ha preso una decisione sbagliata e contro l’interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L’unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto. Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un opera che mai verrà costruita. L’unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza – ha concluso Zanchini – è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell’area dello Stretto”.
“E’ l’ennesima puntata di una vicenda che bisogna definire col termine appropriato: squallida – dice Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale dei Comunisti italiani – .Le famiglie ormai non arrivano alla seconda settimana del mese e questi signori perdono tempo in Consiglio dei ministri a valutare la fattibilità o meno del Ponte. Questi soloni spieghino agli italiani cosa significa prorogare ancora per due anni la decisione sulla verifica della fattibilità tecnica del Ponte se non continuare a sperperare inutilmente risorse pubbliche a favore di privati”. Secondo l’esponente del Pdci “continua a perpetrarsi uno scandalo senza confini e senza tempo sempre ai danni dei cittadini”. Infine, sulla vicenda, lancia un invito al governatore eletto Rosario Crocetta: “il neopresidente della Regione Siciliana almeno nella propaganda si differenzi da Lombardo senza ritirar fuori la consueta stupidaggine del referendum dei siciliani sul gradimento del Ponte sullo Stretto”.
Anche l’Italia dei Valori parte all’attacco del governo: “Scellerata. Solo così si può definire la scelta del governo di rinviare di due anni la decisione sulla fattibilità del Ponte di Messina – dice il capogruppo in commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama, Gianpiero De Toni – mentre il Paese è strozzato dalla crisi, mentre, secondo gli ultimi dati della Cgia di Mestre, più di 1.000 imprese al giorno sono state costrette a chiudere nei primi 9 mesi del 2012, il governo continua a buttare soldi pubblici in opere che, oltre ad essere inutili, non vedranno mai la luce. Monti e i suoi tecnici non mettono fine a questa agonia di sperpero di denaro dello Stato mentre le vere infrastrutture che servono al Sud restano solo sogni mai realizzati, forse nemmeno pensati. Mi riferisco ai trasporti locali, alle opere ferroviarie in Sicilia, per fare un esempio, alla Salerno – Reggio Calabria. Cosa aspettano? L’unica risposta che mi viene in mente – conclude De Toni – è che a Monti e ai suoi tecnici, espressione di conflitti di interessi imperanti, importi solo favorire le grandi lobby e qualcuno della strana maggioranza a cui il progetto del Ponte ha sempre fatto gola”.