“Beppe Grillo? Una delusione. Ha mostrato di essere vittima della cultura berlusconiana di questi anni. È stato veramente sgradevole. Un maschilista come altri. Dare una connotazione negativa ad una qualità delle donne è roba da Medioevo. Veramente degradante”. Dopo giorni di silenzio passati lontano dai microfoni e dalla rete, Federica Salsi ha deciso di replicare alle accuse arrivate dal leader, per la sua apparizione di martedì negli studi di Ballarò. L’ha fatto attraverso il sito Affaritaliani: “Anche Grillo ha il suo punto g, i giornali. Io vado avanti lo stesso”.
Ai toni severi di Grillo, Salsi replica con altrettanta durezza, senza nascondere lo sconforto. “Non ha contestato il merito di quello che ho detto. Ha contestato me in quanto persona. Mi dispiace che non ci sia la volontà di un confronto alla pari – ha ribattuto la Salsi – Non c’è la possibilità di un confronto alla pari quando l’altro pensa di essere dieci gradini sopra”
Nonostante la reprimenda del capo e gli attacchi ricevuti da più parti all’interno del Movimento, l’attivista non sembra voler tornare sui suoi passi, e motiva così la sua scelta di apparire sul piccolo schermo: “La gente conosce il Movimento principalmente attraverso il messaggio di Grillo che si esprime in modo colorito. Lui fa bene perché deve dare la sveglia. Ma noi abbiamo un ruolo nelle istituzioni e mi sembra importante farlo capire. Mi spiace che reagisca così. Siamo delle persone. Altre volte ha espresso apprezzamento per le mie presenze in tv. Vedo che adesso ha cambiato atteggiamento”.
Oltre allo scontro personale tra Federica Salsi e Beppe Grillo la rottura è anche politica. Alla consigliera comunale di Bologna, infatti, non è andato giù l’endorsement verso Antonio di Pietro: “Ma l’avete visto Report? Mi sento tradita. Ha sempre detto che non ci saremmo alleati con i partiti. Dopo il quadro che si è visto di Di Pietro, adesso lo propone come Presidente della Repubblica?”. Tanto da chiedersi: “Era contaminata l’acqua dello Stretto di Messina? Se farà qualcosa con Di Pietro valuterò cosa fare”.
E se nei giorni scorsi, Salsi era stata scaricata dai suoi colleghi in Comune, Massimo Bugani e Marco Piazza, oggi arriva le arriva la solidarietà di Raffella Pirini, eletta nella lista civica DestinAzione Forlì certificata da Grillo. “Federica ha fatto bene e ha detto cose giuste, poi saranno gli italiani a valutare”. L’attivista romagnola non va per il sottile. “Non ho nessun problema a dire in pubblico che la battuta di Grillo sul punto g è un’offesa di cattivo gusto – dice – Se aveva da risentire poteva usare termini più delicati”. Del resto “il Movimento non è un’esternazione di Grillo, che è dovrebbe essere invece la nostra cassa di risonanza”.
Già a settembre, dopo il polverone alzato dalle dichiarazioni di Giovanni Favia sull’assenza di democrazia interna, Pirini si era schierata al fianco del consigliere emiliano, chiedendo un confronto con Beppe Grillo e con il suo braccio destro Gianroberto Casaleggio. Oggi torna a criticare i vertici, tracciando una linea di separazione netta tra gli eletti, coloro che lavorano sul territorio, e il guru Casaleggio: “L’ho incontrato solo una volta e mi aveva colpito con il suo aspetto austero, mi sembrava un pesce fuor d’acqua in mezzo alle nostre facce”. Ma non è solo una questione di immagine. “Non ha molto da condividere con noi. E ancora non è ben chiaro il suo ruolo. Avrebbe dovuto fornire al Movimento gli strumenti tecnici ma finora non l’ha ancora fatto”.
Anche Valentino Tavolazzi, il consigliere di Ferrara espulso a marzo con un post di Grillo, torna a denunciare l’assenza di dialogo interno tra la base e i due fondatori del Movimento. Nel mirino ci sono le regole per candidature alle politiche 2013. Secondo Tavolazzi “sono state calate dall’alto, decise dallo staff con un comunicato politico sul blog, in assenza di confronto con gli iscritti e di votazioni”. Mentre le nuove primarie per scegliere i candidati al Parlamento fra i non eletti in comuni o regioni sono “un’operazione verticistica, che viola l’art.4 del Non Statuto e che ha escluso i tanti gruppi M5S sul territorio, gli attivisti non candidati e che pare non prevedere possibilità di condivisione e discussione. Non esistono, inoltre, garanzie di controllo e trasparenza sulle operazioni di voto e sui risultati elettorali, gestite dalla Casaleggio ed Associati, che non di rado ha censurato post o commenti nel blog e nel portale”.
Così, “in Parlamento andranno i nominati cinque stelle” magari non più attivi, bloccando “la candidatura a cittadini M5S, che pur dedicando tempo e impegno al progetto, per ragioni varie non hanno potuto o voluto candidarsi” e così, inoltre, “molti territori non potranno presentare liste M5S”.
“Abbiamo creduto al progetto politico in cui uno vale uno – ricorda – e alle promesse di democrazia diretta del non statuto. Abbiamo atteso per anni un portale che consentisse di votare programma e candidati. Ci ritroviamo invece in un Movimento che, in nome di uno straordinario risultato elettorale, calpesta i più basilari principi democratici, trascura qualsiasi progetto formativo e allontana le persone che si dimostrarono preziose nella costruzione del M5S quando aveva zero elettori, ma ora, raggiunti i numeri elettorali, diventano superflue per parlare alla pancia degli italiani”.