Già su Twitter c’è chi lo ricorda come “un fascista buono”. Rimasugli di scontri ideologici dei tempi che furono, ma Pino Rauti, morto oggi nella sua casa di Roma a pochi giorni dal suo 86esimo compleanno, è stato molto più di “un fascista”. Calabrese della provincia di Catanzaro, a vent’anni era stato tra i fondatori di quel Movimento Sociale Italiano che ricordava con il fascismo di Salò e la Repubblica sociale. E sociale, Pino Rauti lo è sempre stato, visto che era il capo di quella corrente definita “di sinistra”, che già negli anni Cinquanta era diventata l’opposizione interna al Msi dei “fascisti in doppiopetto” di Michelini.
Nel 1956 fonda Ordine Nuovo, un centro studi che non fu solo centro di cultura fascista ma anche attore al tempo della strategia della tensione. Pino Rauti ha dovuto anche affrontare la gravissima accusa di essere parte di quel sistema che aveva organizzato le stragi di piazza Fontana, piazza della Loggia e Bologna. Intanto, negli anni Settanta Rauti vede lo scioglimento di Ordine Nuovo per ricomposizione del Partito fascista e approda alla Camera, dopo essere rientrato nel Msi in seguito all’arrivo di Giorgio Almirante alla segreteria del partito. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta la componente “rautiana” si connota per una impostazione più culturale e alternativa rispetto alla linea Almirante. Sono gli anni, tra gli altri, di Flavia Perina e Umberto Croppi, ma anche della riscossa della sua corrente all’interno del partito. Dopo aver perso il congresso per la leadership nel 1987 contro l’allora giovane Gianfranco Fini, tre anni dopo si prende la ‘rivincita’. Ma la sua segreteria dura poco perché un anno dopo torna nelle mani di Fini.
Tra i suoi riferimenti culturali Evola, Tolkien, tradizioni celtiche e spiritualismo e campi hobbit. Un doppio binario di trame nere e anticonformismo di destra per un un uomo che era considerato colto e intelligente anche dagli avversari politici. La figlia Isabella è sposata col sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Storace: “Il suo carisma scuoteva le coscienze” – “Nella storia della destra italiana gli anniversari, le ricorrenze, il calendario hanno sempre avuto un posto d’onore. E’ la cultura della memoria. Pino Rauti sembra aver scelto apposta la ricorrenza dei defunti per lasciare questo nostro mondo e le macerie di un tempo che scorre senza valori”. Lo afferma il leader de La Destra, Francesco Storace. “Rauti ha caratterizzato profondamente, con le sue idee, una comunità. Io militavo dalla parte di Almirante, ma ammiravo quest’uomo dal carisma che scuoteva le coscienze. La sua capacità di vedere prima le cose che sarebbero accadute dopo. Con la sua morte, tutti noi ci rimettiamo qualcosa, anzitutto in cultura. La Destra italiana si inchina con commozione”.
Fini: “Ha testimoniato gli ideali della nazione” – Il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, esprime “il più profondo cordoglio per la scomparsa dell’onorevole Pino Rauti, uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della Destra italiana”. Lo definisce “parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura” che “ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della società che appartengono alla storia politica del nostro Paese. Ai familiari esprimo i sentimenti della più intensa vicinanza mia personale e della Camera dei deputati”.