Intervento di Lilli Centofanti, sorella di Davide, rimasto ucciso nel crollo della ‘”Casa dello studente” nel terremoto L’Aquila 6 aprile 2009. Lilli commenta la recente sentenza contro la Commissione Grandi Rischi. “Chi è rimasto colpito dal terremoto, così come i magistrati” afferma – “non dev’essere classificato o categorizzato come un angelo sterminatore in cerca di vendetta. Io personalmente cerco solo giustizia. Se qualcuno ha usato male degli strumenti validi e ha provocato la morte di più di trecento persone, deve pagare, così come paga chiunque subisce un processo e si ritrova a prendere atto di una sentenza”
Servizio Pubblico - 2 Novembre 2012
Servizio Pubblico, Lilli Centofanti, sorella di una vittima del terremoto in Abruzzo
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- 14:06 - Fa volare drone vicino al Cremlino, arrestato un italiano
Mosca, 6 ago. (Adnkronos) - Un italiano è stato arrestato a Mosca per aver fatto volare un drone sul parco Zaryadye, non lontano dalla Piazza Rossa e dal Cremlino. Lo ha riferito la Tass, che cita fonti di polizia, secondo cui "l'incidente è avvenuto ieri pomeriggio" e responsabile è "un cittadino italiano che lavora come assistente di volo per una compagnia aerea italiana". L'uomo si è giustificato sostenendo di non essere a conoscenza del divieto di sorvolo di droni sulla capitale russa e di aver voluto solo prendere delle immagini dall'alto del centro di Mosca.
- 14:04 - Governo: Meloni, 'con Marina e Pier Silvio Berlusconi no contrasti, sinistra resterà delusa'
Roma, 6 ago, (Adnkronos) - "Sono settimane che si cerca di raccontare una sostanziale insofferenza di Marina e Piersilvio Berlusconi verso il governo, ma non è la realtà che vivo io. Ho rapporti con entrambi, stimo entrambi, e non li considero persone ostili. È quello che vorrebbe la sinistra, una delle sue tante speranze che non si realizzeranno". Lo dice la premier Giorgia Meloni, in un passaggio della lunga intervista al settimanale 'Chi' nel numero in edicola domani.
"L’obiettivo dell’opposizione che oggi li lusinga è usarli contro di noi - prosegue la presidente del Consiglio -, per poi eventualmente usare qualcun altro contro di loro. Lo abbiamo già visto accadere. Ma noi, come Marina e Piersilvio Berlusconi, conosciamo bene questi metodi, perché sono quelli usati anche contro Silvio. La sinistra continui pure a crogiolarsi nelle sue speranze, se li aiuta a sentirsi meglio in questo tempo difficile, ben venga".
Sulle recenti dichiarazioni di Marina Berlusconi, che ha espresso perplessità sulle posizioni di Fratelli d’Italia in tema di diritti civili, dichiarandosi più vicina alla scelta della sinistra moderata, "una regola importante che ho imparato - dice Meloni - è che quando si legge un’intervista non bisogna partire dal titolo, ma dal testo, perché le due cose spesso non coincidono, e il testo è più fedele, più argomentato, del titolo. È quello che ho fatto con l’intervista di Marina Berlusconi, il cui tono era molto diverso dal titolo che abbiamo visto rimbalzare".
- 13:57 - E. Romagna: Conte incontra candidato De Pascale, focus su programma
Roma, 6 ago. (Adnkronos) - Lungo confronto in mattinata nella sede del Movimento 5 Stelle fra il presidente del M5S Giuseppe Conte e il candidato governatore dell'Emilia Romagna Michele De Pascale.
"Il mio rapporto di fiducia con il M5S è radicato nel tempo - sottolinea De Pascale -. La presenza nella coalizione del M5S è fondamentale: abbiamo lavorato insieme nel mio comune e questo rappresenta il prosieguo del lavoro fatto. Sia ai tempi della cabina di regia Covid degli enti locali che nel recente periodo dell'alluvione, ho lavorato molto con il Presidente Conte e il M5S, ci siamo impegnati insieme per le azioni di supporto ai cittadini".
"Il rapporto e la collaborazione istituzionale con De Pascale è di vecchia data - ricorda Conte -. Per noi come sempre sono centrali i programmi e ci siamo trovati su tutti gli obiettivi fondamentali dell'azione che bisogna fare in Emilia Romagna: dall'impegno sulla sanità all'accelerazione sulle rinnovabili fino al potenziamento del trasporto ferroviario - a partire dal pendolarismo - e al rafforzamento delle misure di sostegno per le fasce più fragili della popolazione".
- 13:57 - **Migranti: Pd attacca, 'no risorse nuove in piano Mattei, è pubblicità ingannevole'**
Roma, 6 ago. (Adnkronos) - "Un caso di pubblicità ingannevole". Così il Pd definisce il piano Mattei oggi in un conferenza stampa alla Camera dopo i lavori in commissione Esteri sul provvedimento. "Da parte nostra -sottolinea la capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga- c'è una forte critica all'impostazione del piano Mattei da parte del governo. I punti di critica sono diversi: dalla costruzione della governance al tema della risorse alla mancanza di una coerenza del piano con gli obiettivi europei, in particolare quelli del Green Deal", un progetto "che risponde più a logiche di politica interna".
Aggiunge Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd: "Se l'idea era quella di rendere protagonista l'Italia nelle relazioni con l'Africa, noi abbiamo provato a prendere sul serio questo proposito, ma il governo italiano non lo ha fatto. Perchè questo piano Mattei rappresenta un caso di pubblicità ingannevole", anche nel titolo "perchè non è un piano e dello spirito di quel grande antifascista che è stato Mattei ha davvero poco. Mancano risorse e manca il coinvolgimento dell'Europa".
Entra nel dettaglio Lia Quartapelle: "E' giusto che l'Italia rilanci il rapporto strategico con l'Africa ma qui non c'è un piano, semplicemente un elenco, e manca della strategia e strumenti necessari per un rapporto diverso con l'Africa. Il piano non stanzia alcun fondo aggiuntivo: Francia e Germania stanziano dalle 3 alle 5 volte più fondi dell'Italia. Poi c'è la questione del personale: non chiediamo che l'Italia arrivi alla Germania che ha 25mila persone nella cooperazione" ma almeno alla Francia "che ne ha 3000" mentre nel nostro Paese "sono 280". Insomma, non quanto necessario per avviare "un new deal nei rapporti con l'Africa", evidenzia Laura Boldrini: "Noi avevamo colto il piano Mattei senza pregiudizi ma dopo annunci roboanti, ci siamo trovati davanti un documento senza visione e strategia".
Si tratta, prosegue Boldrini, "di un piano sostanzialmente commerciale e si prendono progetti già esistenti e gli si mette il bollino 'piano Mattei'. E' il gioco delle tre carte: leggi 5 miliardi e mezzo e dici 'che bell'investimento'. E poi si scopre che sono cifre già stanziate: 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2 miliardi e mezzo dal fondo della cooperazione. E' una presa in giro".
Fondo clima, osserva Enzo Amendola, che "risale al governo Draghi. Ma un fondo non è un bancomat : prendi i soldi e ci fai quello che vuoi. Dopo due anni di annunci roboanti, ci aspettavamo che il Parlamento fosse investito di un progetto modello Pnrr con obiettivi e fondi. E invece ci siamo trovati davanti uno 'svuota cassetti', hanno preso i progetti che c'erano e li hanno inseriti, ce n'è uno addirittura del 2013...". Il Pd ha quindi presentato un contro parere sul piano di 5 pagine e con Amendola lancia un appello al governo perchè riveda il documento presentato: "Chi ha prodotto questo documento si faccia una serena vacanza e torni a settembre con qualcosa di più presentabile per il Parlamento".
- 13:50 - Pnrr: Rampelli, 'primi in Ue a ottenere V rata e 34% opere cantierizzate'
Roma, 6 ago. (Adnkronos) - "Devo fare i complimenti al Ministro Fitto perché il Governo Meloni primeggia in Europa. Abbiamo raggiunto l'erogazione della quinta rata del Pnrr per primi e siamo avanti nei progetti. Alcuni obiettivi erano surreali e li abbiamo modificati perché irrealizzabili, per fortuna non abbiamo ascoltato l'opposizione che non li voleva toccare". È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia, a Coffe Break su La7.
"Nel 2026 - prosegue - penso che riusciremo a realizzare la maggior parte degli obiettivi che, ricordo, sono stati fissati da altri governi, compreso lo stanziamento di meno del 10% dei 200 miliardi per la sanità. Chi è pessimista tifa contro l'Italia. Le opere verranno realizzate nonostante il tempo a disposizione sia ridicolo e poco compatibile con le tempistiche italiane. Per il Giubileo del 2000 era stata messa in cantiere la Metro C la cui stazione di Piazza Venezia sarà attiva tra dieci anni. Ben 34 anni per un'opera infrastrutturale strategica. Dal 2022 al 2026 sono quattro anni. Qualcuno ha mai visto grandi opere realizzate in quattro anni? Progettazioni, gare, appalti, esecuzione, collaudi. Se siamo al 34% di opere cantierizzate mi sembra che davvero si possa dichiarare che siamo stati bravissimi e infatti l'erogazione della 5ª rata da Bruxelles, che non ci ha mai regalato nulla, lo dimostra", conclude Rampelli.
- 13:41 - Fi: Cattaneo, 'nessuna contrapposizione tra leadership Tajani e famiglia Berlusconi'
Roma, 6 ago. (Adnkronos) - "Non c'è nessuna contrapposizione tra la leadership di Antonio Tajani e la famiglia Berlusconi. Abbiamo ottenuto un fortissimo risultato del 10 per cento alle elezioni europee. Silvio Berlusconi ci ha insegnato che un grande partito ha bisogno sempre di rinnovarsi ed è quello che stiamo facendo, il rinnovamento c'è e ci sarà, ogni contributo da parte della famiglia Berlusconi è non solo benvenuto ma auspicabile, sono indirizzi coerenti con la nostra storia e giusti nel posizionamento". Lo ha detto Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e Responsabile nazionale dei Dipartimenti del partito azzurro, ospite a Omnibus su La7.
"La nostra posizione di partito guarda sempre all'esterno, ai mercati, alle imprese, all'economia reale, rappresentiamo quella politica che assorbe le migliori energie che vengono dalla società. Lo spazio politico che va alla Meloni alla Schlein è enorme, e dai risultati delle ultime elezioni emerge con chiarezza che Forza Italia è l'unico vero partito di centro che può interpretare questo ruolo, abbiamo un futuro molto importante davanti", ha concluso.
- 13:36 - Gaetano Costa jr: "Su omicidio nonno silenzi imbarazzanti"
Palermo, 6 ago. (Adnkronos) - "In un paese normale, in varie occasioni, il processo per l'omicidio di mio nonno si sarebbe potuto riaprire, in considerazione di dichiarazioni di vari personaggi, chiacchierati e non, ma dirompenti. Invece, è calato un silenzio sospetto, a mio avviso imbarazzante. Come imbarazzante è, secondo me, tutta la vicenda mio nonno. Perché il problema è che i morti sono morti e i vivi tengono famiglia, devono fare carriera. E mio nonno era un personaggio che creava imbarazzi. Da vivo, perché faceva il suo dovere in un periodo in cui molti non lo facevano, perché era oggettivamente impegnativo, e da morto ancora di più. Perché niente si può prendere di lui senza che faccia emergere l'ipocrisia di una grossa parte della magistratura e della società civile. Mio nonno resisteva a ogni tipo di clientelismo". A parlare, in una intervista all'Adnkronos è Gaetano Costa, nipote omonimo di Gaetano Costa, il Procuratore capo di Palermo ucciso dalla mafia il 6 agosto di 44 anni fa. A margine della commemorazione in via Cavour, nel luogo dell'omicidio, in pieno centro, il nipote maggiore del magistrato ucciso dalla mafia, spiega: "In questi anni abbiamo spesso lanciato dei messaggi, anche alla magistratura, ma purtroppo, sono sempre caduti nel vuoto". Alla domanda a chi fossero rivolti quei "messaggi" Gaetano Costa junior replica: "A volte alla magistratura, perché ci è capitato di notare, con un certo sdegno, una malcelata indifferenza nei confronti di novità processuali emerse...".
Nessuno è stato condannato per la morte del Procuratore Costa, nonostante si sia celebrato un processo presso la Corte di assise di Catania, che ha assolto il presunto esecutore materiale, ma ha accertato il contesto del delitto individuandolo nella zona grigia tra affari, politica e crimine organizzato. Proprio oggi, in occasione del 44esimo anniversario dell'omicidio, la famiglia del Procuratore ha pubblicato un necrologio polemico sul quotidiano della città: "Nello sconfortante oblio delle istituzioni, la Fondazione che si onora di portarne il nome, non smette di ricordare il suo sacrificio per l'affermazione dell'etica, del rigore morale, dell'amore per la libertà e la legalità, valori non solo da custodire ma da coltivare ogni giorno con senso di responsabilità e rispetto".
"Abbiamo scelto un necrologio 'particolare' - spiega ancora Costa - proprio perché vogliamo lanciare dei messaggi, speriamo che questa volta possano essere raccolti...". Alla commemorazione oggi erano presenti i vertici della magistratura di Palermo. Dal Procuratore generale Lia Sava al Presidente della Corte d'Appello Matteo Frasca, al Procuratore capo Maurizio de Lucia. Ma anche altre autorità civili e militari.
Questo è il primo anniversario senza Michele Costa, il figlio del Procuratore e padre di Gaetano Costa, morto nei mesi scorsi. L'avvocato Michele Costa da sempre si batteva per la verità sull'omicidio del magistrato. Fino alla fine. Un omicidio impunito, a distanza di 44 anni, quello di Gaetano Costa. Il Procuratore, arrivato a Palermo nel '78, pochi mesi prima di essere ucciso firmò di proprio pugno una cinquantina di ordini di custodia per altrettanti boss che, altrimenti, sarebbero stati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione. I suoi sostituti, con una sola eccezione, rifiutarono di apporre la loro firma sui provvedimenti.
Nel breve periodo di sua gestione della Procura di Palermo avviò una serie di delicatissime indagini nell'ambito delle quali, sia pure con i limitati mezzi all'epoca a sua disposizione, tentò di penetrare i santuari patrimoniali della mafia. Infatti incaricò in gran segreto l'allora colonnello della Gdf Marino Pascucci di eseguire “approfonditi accertamenti” su precisi intrecci di interessi economici, finanziari, bancari e societari su un giro di appalti miliardari gestiti dalle ditte del facoltoso imprenditore e boss mafioso Rosario Spatola. Indagini di cui aveva parlato con il suo amico, il consigliere istruttore Rocco Chinnici e i due, per evitare orecchie indiscrete nello stesso palazzo di giustizia, si davano appuntamento nell’ascensore bloccato. "E' molto strano essere qui senza mio padre - dice il giovane Costa - Sono 44 anni che aspettiamo giustizia. Sulla targa commemorativa, alle mie spalle, è apparsa la parola mafia solo l'anno scorso, dopo ben 43 anni. Mia nonna, Rita Bartoli Costa, è morta credendo nella giustizia. Mio padre ci ha provato. a me non chiedetelo".
E dice: "Un processo non è importante perché restituisce giustizia, è importante perché pone un punto su una questione e quel punto permette di andare avanti. E a noi ed altri quel punto è stato negato e che ci ha circoscritto in un limbo, dove viviamo, con altre vittime, da Cassarà a Chinnici a Cesare Terranova. Morti non casuali. Perché con il loro arrivo c'era il rischio che le cose a Palermo potessero cambiare".
"Durante queste commemorazioni che io vivo sempre con difficoltà - aggiunge Gaetano Costa junior- spesso si parla di eroi. A mio avviso è una trappola semantica, un errore voluto. Elevare una persona che faceva il suo dovere a rango di eroe serve subdolamente a rilanciare il tutto, e prenderei vigliacchi, quelli che non fanno il loro dovere, al rango di 'persone normali'. Questa è una storia complicata. Varrebbe la pena riaprire quel capitolo, non solo perché sono emerse molte cose ma perché in quegli anni succedevano molte cose. La storia di mio nonno non ci consente di rassenerarci".
"Sappiamo che mio nonno è stato tradito dai suoi stessi colleghi - aggiunge Gaetano Costa - che avrebbero dovuto proteggerlo e che lo hanno additato alla vendetta mafiosa, come disse Sciascia. Non sappiamo se è morto per i mandati di cattura, non sappiamo se è morto per tutti quei progetti pubblici degli appalti, o per quella situazione particolare che stava vivendo Palermo, non lo sapremo mai. E ci dobbiamo convivere. Ma si può essere pessimisti ma nella volontà bisogna essere ottimisti, come disse qualcuno più bravo di me". E conclude: "Chissà se un bravo magistrato non decida di svegliarsi e riaprire il caso. Le brave persone ci sono, vedremo...". (di Elvira Terranova)
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