Sembrava uno dei candidati lanciatissimi verso la poltrona che sta per lasciare Roberto Formigoni dopo scandali e inchieste. Ma l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini non correrà per il Pirellone. Almeno non per il Pdl. “Non posso essere il candidato del Pdl” ha spiegato durante la trasmissione Omnibus su La7. “Se non fossi, come sarò, il candidato di una lista civica con espressioni della società civile che provengono anche da movimenti come quello di Giannino e Montezemolo – ha spiegato – non potrei tenere insieme rappresentanti del Ppe italiano come Fli e l’Udc, che non starebbero con un candidato del Pdl”. Albertini ha ribadito di avere la tessera del Pdl, ma di “non frequentare il partito” e di essere stato “sindaco indipendente per anni”.
Una scelta che acutizza un vero corpo a corpo tra Popolo delle Libertà e Lega Nord. Tanto che oggi escono le dichiarazioni dei big dei rispettivi partiti. Prima Silvio Berlusconi con le parole riprese dal libro di Bruno Vespa: “Deciderà l’ufficio di presidenza del nostro movimento, ma escludo che si arrivi a una scelta del genere. La Lega ha già la presidenza di due regioni importantissime. E’ impossibile che il Pdl possa rinunciare anche alla Lombardia”. Poi, su Twitter, Roberto Maroni: “Sogno una Lombardia finalmente libera da mafiosi, affaristi e corrotti. Sogno una Euroregione autonoma, anzi, speciale”.
E allora è partita la “controfferta” del partito di Berlusconi con l’ex ministro Mariastella Gelmini che a SkyTg24 ha ribadito di non volersi candidare alla presidenza della Regione Lombardia: “Il Pdl ha molti nomi da spendere – ha detto – uno su tutti Albertini”. D’altronde “non si può lasciare al monocolore Lega la presidenza di tre Regioni del Nord. Il Pdl ha tutto il diritto di esprimere una candidatura in Lombardia e credo che i cittadini lombardi non ci perdonerebbero che, per divisioni nell’alleanza, la Lombardia vada alla sinistra”. L’ex ministro ritiene, insomma, “ci sia la disponibilità a convergere su Albertini con l’appoggio della Lega. Se così non fosse non dobbiamo dividerci e allora meglio fare le primarie di coalizione per scegliere il candidato più adatto”.
E difatti questa sembra essere l’unica strada a giudicare dalle parole del segretario nazionale lombardo del Carroccio Matteo Salvini: “La Lega Nord non appoggerà la candidatura di Gabriele Albertini alla presidenza della Regione Lombardia – dichiara – Il primo sponsor di Albertini sono Formigoni e Comunione e liberazione. Se la Lombardia, pur ben amministrata, ha bisogno di un cambiamento, il cambiamento non è Formigoni: Formigoni e Albertini sono il vecchio”.
Solo ieri proprio Formigoni invitava il Pdl a non ripetere “gli errori siciliani” e dividersi sull’appoggio a un candidato piuttosto che a un altro. Dal suo profilo Facebook Formigoni scriveva: “Diversi osservatori segnalano il rischio per il Pdl di ripetere le disavventure siciliane: andarono divisi nell’appoggio a due candidati e hanno consegnato la Regione alle sinistre. Hanno ragione. E’ un rischio che va evitato”. Per il governatore “in campo in Lombardia c’è già un candidato forte, riconoscibile, con un profilo civico che oggi è indispensabile: è Gabriele Albertini. Stia bene attento chi punta ad alternative che sarebbero meno forti e meno credibili e che rischierebbero di spaccare il Pdl. Non ripetiamo gli errori siciliani”. Da settimane Formigoni sponsorizzava l’ex primo cittadino alla guida della Regione, ma oggi il “candidato forte” si è tirato fuori. Quella di Albertini non è la prima rinuncia alla sfida per la poltrona del Pirellone anche Umberto Ambrosoli, avvocato e figlio di Giorgio, aveva rinunciato alla corsa elettorale spiegando che ci sarebbe stato poco tempo per preparare il programma.